Un tempo, tra le montagne, esisteva un paese sconosciuto. Quel luogo, molto prospero, era governato da una Regina gioviale e bellissima. Lì non esistevano paura, fame, sete, miseria, guerre. I suoi abitanti vivevano in armonia con le creature. Le piante, con le loro varie specie e colori, fornivano energie ed essenze indispensabili alla sopravvivenza. I laghetti, inesauribili, erano così chiari e trasparenti che si potevano osservare le migliaia di pesci color fuoco che li abitavano. Nelle foreste, il sole si rifletteva sui rami d’oro e d’argento. Le persone non conoscevano la miseria e si deliziavano dei frutti del territorio. Le piume dei volatili erano di seta e la pelliccia degli animali di raso. Gli abiti delle ragazze erano quasi sempre tessuti di tulle e solo raramente di seta o di raso, perché non si potevano uccidere le creature; per usarne le piume o le pellicce, bisognava aspettare che gli animali le perdessero naturalmente. In quel paese, le donne erano gentili e una più bella dell’altra, mentre gli uomini erano dei veri signori e non conoscevano la gelosia.
Quel posto era così nascosto che nessuno poteva trovarlo. Per questo, gli stranieri lo idealizzarono, facendolo diventare una specie di luogo delle meraviglie dove non esistevano freddo, paura e miseria. Da una parte gli stranieri sognavano di trovare quello splendido paese; dall’altra, gli abitanti del paese da sogno si preoccupavano che il resto del mondo non arrivasse a scoprirli.
Un giorno la Regina di quel piccolo mondo si disse: «Se venissero a scoprire il nostro paese, lo saccheggerebbero, ucciderebbero gli animali, ruberebbero le ricchezze, rapirebbero le donne, svuoterebbero i laghi e taglierebbero gli alberi. Non esisterebbe più e la nostra prosperità diventerebbe solo un ricordo!». Così pensò: «Non mi rimane che andare a vivere tra gli stranieri, sposando un uomo buono, così da generare la futura Regina in grado di gestire pacificamente il rapporto tra il nostro regno e gli abitanti del resto del mondo!».
Così la sovrana si vestì con semplicità e lasciò il suo paese. Per la prima volta gli abitanti di quel posto speciale provarono dolore e tristezza. La Regina camminò 100 giorni e 100 notti attraversando sentieri montani, foreste oscure e paesaggi impervi, finché non arrivò presso un villaggio dove decise di fermarsi.
D’allora, in quel villaggio, la gente di lì e dei paesi vicini non parlarono altro che della bella signora dai capelli d’oro e dagli occhi diamantini arrivata da loro, che tutti i giorni acquistava 100 rose. I giovani del territorio s’innamorarono di lei.
Il Principe di quel Regno venne a sapere della ragazza e, desideroso di conoscerla, organizzò un ballo al quale invitò pure lei. La ragazza, arrivata alla dimora reale, vedendo che tutto era coperto di rose, capì che la festa era stata organizzata in suo onore. Il Principe le si avvicinò e, folgorato dalla sua bellezza, capì che aveva trovato la donna della sua vita. La ragazza accettò la corte del giovane, visibilmente buono.
Due mesi dopo, il principe e la ragazza si sposarono, per la gioia di tutti. Forse lei aveva portato a compimento la sua missione. Però, nonostante la bellezza e la gentilezza dello sposo, essa soffriva di nostalgia. Sapeva che sarebbe potuta tornare nel suo splendido mondo solo dopo aver dato alla luce una bambina bella come lei, che avrebbe ereditato le sue virtù e sarebbe diventata la futura Regina.
Un bel giorno, nacque la primogenita del Principe e della sua amata sposa, per la felicità di tutti. Tempo dopo, la consorte prese coraggio e raccontò la verità al suo caro marito, rivelandogli che un giorno la loro figlia avrebbe dovuto diventare la Regina del paese da sogno. Il Principe rimase sbalordito, ma per l’amore che provava per la moglie e per la figlia accettò di andarsene con loro e di vivere il resto dei suoi giorni nel luogo sconosciuto da cui proveniva l’amata consorte.
Fu così che il Principe e la sua sposa partirono per un viaggio senza ritorno, verso il paese da sogno. Arrivati lì, lo sposo fu felice nel vederne le tante meraviglie, mentre la sua sposa riprendeva il suo compito di Regina. Qualche anno dopo, la figlia ereditò il Regno e la Regina Madre poté finalmente amare il suo sposo senza condizioni…
_________________________
La parabola – originaria dei paesi scandinavi – termina: «D’allora, in tutto il pianeta si racconta la leggenda del Principe e della Consorte che sparirono come per incanto un bel mattino di primavera… sognando un Paese senza gelosie e cattiverie, dove tutto sia meraviglioso e gli abitanti non siano contaminati dalla malvagità e dall’egoismo».
Un Paese che forse non c’è, ma che potrebbe aiutare a desiderare e, magari, a costruire un paese migliore…