Sabato 24 a Lozzo di Cadore si sono inaugurati, con tanto di taglio di nastro, i lavori di restauro degli altari (e non solo) della piccola chiesa dedicata alla Beata Vergine di Loreto posta nell’immediata periferia del paese. L’inaugurazione è avvenuta dopo l’arrivo della processione che dalla ex Casa di soggiorno (anch’essa avente la stessa intitolazione) ha portato al suo ingresso il vescovo, il sindaco, i sacerdoti qui arrivati e i tanti fedeli. La chiesa era allestita con grande cura e l’immagine che si creava, vista anche la sua collocazione, era splendida. Dopo la benedizione e il taglio del nastro, le persone si sono accomodate nel piccolo atrio, mentre nella parte più interna venivano ospitate le tante delegazioni delle associazioni presenti in paese e le suore ora in procinto di lasciare il paese.
La messa è stata presieduta dal vescovo Marangoni che partendo dalla ritrovata bellezza ha parlato della fede stessa che si rigenera se è stupore, agganciandosi così al vangelo dedicato a san Giovanni, alla sua nascita da una madre che tutti dicevano sterile, allo sciogliersi del mutismo del padre Zaccaria. Lo stupore tuttavia, ha affermato il Vescovo, può nascere anche dall’ordinarietà, dalle piccole cose della vita e dalla sua semplicità. Si è provveduto, con un rito richiamato direttamente da Loreto, alla accensione della grande lampada centrale.
In finale di messa vi è stato un momento di ringraziamento rivolto alle persone che curano e hanno curato con tanto affetto e diligenza questa chiesa in particolare alla defunta Teresina De Meio che con la sorella Anna ha svolto per 50 anni questo incarico.
Ne è seguito, a fine messa, un rinfresco voluto e offerto dalle famiglie dei dintorni.
I lavori di restauro e ripristino delle parti lignee hanno fatto seguito a quelli realizzati alle murature della chiesa e terminati nel 2019 (e non inaugurati per la presenza del covid). Con quest’ultimi erano emerse anche delle particolarità decorative, vanno citate quelle sui nodi delle nervature che caratterizzano la volta.
I recenti lavori sono stati eseguiti sotto la supervisione dell’architetto Cristiano Da Rin, purtroppo non presente sabato. Da lui a fine messa ci si attendeva una descrizione più completa dell’intervento oltre chiaramente al visibile. Seguendo le indicazioni forniteci in alternativa, apprendiamo che i due altari lignei oggetto del principale restauro hanno avuto un diverso trattamento. Il maggiore dedicato alla Madonna è stato restaurato – complice la dimensione e la pericolosità dello smontaggio – in sede. Quello della cappella laterale dedicato a sant’Anna, necessitando anche della ricostruzione di due colonne, è stato portato in laboratorio. E’ risultato impegnativo, anche il restauro e ripristino della trabeazione e del cornicione. Qui, infatti, mancavano un gran numero di rosette e foglie (oltre 150), tutti elementi che sono stati ricostruiti per l’occasione. Dell’intero intervento attuale si è incaricata la ditta Pescoller di Brunico, azienda leader del settore in Pusteria. L’aspetto finale della chiesa appariva sabato, in realtà, ancora più ricco. Si è, infatti, attesa questa importante e necessaria occasione di restauro, per rimettere al loro posto i pochi ma pregiati suppellettili e arredi salvati “miracolosamente” – perché esposti in una mostra temporanea – dal vandalico e orribile furto del 1988. Un atto che aveva letteralmente spogliato la chiesa di tutto ciò che era trasportabile. Una refurtiva di una sessantina di oggetti (compresa l’immagine venerata che ne aveva generato il culto e la stessa realizzazione della chiesa).
Per i fedeli non presenti e i tanti curiosi si apre ora la possibilità (che era tradizionale) di accedere alla chiesetta e alla sua grande bellezza: ogni sabato alle 8:30 sarà celebrata una messa.
Carla Laguna