Pasqua: un giorno, una settimana, cinquanta giorni

La comunità cristiana celebra la Pasqua del suo Signore per cinquanta giorni

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La comunità cristiana celebrato il triduo pasquale del Signore morto, sepolto e risorto, entra in quello che il calendario liturgico chiama “tempo di Pasqua”. La domenica di Pasqua nella Risurrezione – con i due momenti celebrativi, vissuti con la solenne Veglia Pasquale nella notte santa (quest’anno tra l’8 ed il 9 aprile) e con la Messa della Domenica nel giorno santo – danno inizio a questo periodo dell’anno liturgico che si concluderà con la solennità di Pentecoste, il prossimo 28 maggio 2023.

La “cinquantina pasquale”, come un unico grande giorno

Il grande significato di questo tempo e la sua importanza per la vita spirituale delle comunità cristiane e dei singoli fedeli è richiamato già da sant’Atanasio (sec. IV) che definisce questo tempo come “un solo giorno” o “una grande domenica”.

I cinquanta giorni che si succedono dalla domenica di Risurrezione alla domenica di Pentecoste sono caratterizzati, sul piano celebrativo rituale e nella spiritualità dei singoli fedeli, dalla stessa esultanza del giorno di Pasqua, e sono accompagnati da quella gioia interiore che illumina la esistenza dei discepoli del Signore Gesù, il Risorto. Il ritmo della vita civile scorre nella sua quotidianità normale, segnato da altri eventi e richiami, talora significativi, ma per il cristiano questi giorni sono comunque guidati e sostenuti, illuminati quindi, dal grande evento rappresentato dalla Risurrezione del Signore.

L’Ottava di Pasqua

La domenica di Pasqua continua nell’ottava di Pasqua. La settimana è indicata con i giorni che la segnano accompagnati dalla espressione “fra l’ottava di Pasqua”. È come un unico grande giorno di festa che la ritualità celebrativa della Chiesa indica come “solennità”. Nella ripresa dopo la brave pausa pasquale dei ritmi quotidiani di vita (specie lavoro e studio) i cristiani troveranno spazio comunitario o personale per vivere spiritualmente il grande mistero.

Molti calendari civili continuano a segnare il giorno dopo Pasqua come “Lunedì dell’Angelo”. Questo titolo è in riferimento al brano del vangelo secondo Marco, che riporta l’episodio dell’incontro con un giovane vestito di bianco (un angelo) che annuncia alle donne la risurrezione del Signore, accompagnato dall’invito ad andare ad annunciarlo agli Apostoli. Il nome del giorno è rimasto nel linguaggio popolare religioso. È festa civile e alcune tradizioni religiose ne hanno fatto un giorno significativo, pur non legato al precetto della partecipazione alla santa Messa. Gli stessi calendari civili segnano la domenica dopo la Pasqua, a conclusione degli otto giorni, come “Domenica in albis”. Questa espressione era legata al rito del battesimo celebrato la notte di Pasqua. I battezzati erano rivestiti di una veste bianca che portavano poi per tutta la settimana fino alla domenica seguente. Era la domenica “In albis depositis”, nella quale si deponevano le vesti bianche.

Le domeniche di Pasqua

Le domeniche del tempo pasquale sono definite con la espressione “di Pasqua” e non come “dopo Pasqua”. Questo sta a indicare l’unità di tutto il periodo ed il legame tra le stesse domeniche. La seconda domenica di Pasqua, non più ufficialmente definita “In Albis”, come sopra accennato, e neppure “nell’ottava di Pasqua” (Messale Romano del 1570 e del 1962), è nel calendario liturgico definita anche “della Divina Misericordia”. Questo titolo è stato introdotto per un intervento di Giovanni Paolo II nell’anno 2000 e recepito nella Terza edizione del Messale Romano, ora in uso anche nella edizione in lingua italiana. Questo titolo fa riferimento ai messaggi mediati dalla religiosa Faustina Kowalska, proclamata santa il 30 aprile 2000. Il Cristo pasquale è l’incarnazione definitiva della misericordia di Dio nei confronti della umanità.

La settimana domenica di Pasqua è dedicata al mistero dell’Ascensione del Signore. Questo nei paesi dove il quarantesimo giorno (giovedì dopo la VI settimana di Pasqua) non è giorno festivo e la solennità è stata trasferita alla domenica seguente. Con la solennità di Pentecoste si conclude il Tempo di Pasqua.

I segni caratteristici del tempo pasquale, testi biblici e preghiere della Chiesa

Nei riti liturgici del Tempo di Pasqua alcuni segni caratterizzano la celebrazione. Come pure sono molto significativi i brani biblici proclamati nella liturgia della Parola e le preghiere della Chiesa, per questo periodo, contenute il Messale Romano in uso. Questi aspetti saranno proposti nel prossimo approfondimento.

Giuliano Follin

(continua)