A cura di don Renzo Roncada (4ª domenica di Pasqua - Anno B)

Pregate per noi, non lasciateci soli

Gesù non disse: “lavorate per formare sacerdoti, raccogliete denaro”, ma disse: «Pregate»

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Mi sento di dire che: scomparsi i veri politici di tutte le bandiere, unico punto di riferimento rimane la parrocchia. C’è ancora nella Chiesa una generosità disinteressata che nei partiti è scomparsa. Sopravvive nella Chiesa una scelta evangelica, che anche ai non credenti appare la più vicina alla dignità dell’uomo. Si deve riflettere con rispetto sul fatto che milioni di persone sono morte per testimoniare di Uno, che non hanno mai visto.

Mi sembra una riflessione appropriata alla giornata che celebriamo: giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, istituita nel 1963 dal papa san Paolo VI. La Chiesa ci invita a offrire la nostra preghiera, perché non manchino mai coloro che, sull’esempio del buon pastore, offrano la vita a servizio degli altri. Pregare per le vocazioni. Gesù non disse: “lavorate per formare sacerdoti, raccogliete denaro”, ma disse: «Pregate». Servi inutili a tempo pieno, sacerdoti, suore, consacrati, missionari, volontari, hanno bisogno di sentire che non hanno dato invano la propria vita; e poiché sono persone normali, hanno bisogno di coraggio e di tanta preghiera. Almeno una volta all’anno chiediamo la vostra preghiera per noi, soprattutto perché possiamo essere più fedeli possibile all’esempio del buon pastore.

C’è una pagina molto bella di don Primo Mazzolari:

«Non ho né oro né argento, né intelligenza per farvi sapienti. Altri vi insegneranno a farvi ricchi, a guadagnare soldi, a regolare i vostri affari. Questo non è mio compito. Io sono qui per insegnarvi a diventare buoni, in nome di Gesù Cristo e a diventare buono insieme a voi. La mia religione non ha altro da darvi. Aggiungo con orgoglio: nessuno potrebbe darvi di meglio».

Abbiamo tanti difetti. Possiamo avere le nostre debolezze e le nostre crisi, ma dobbiamo badare non all’esterno della persona, ma al carisma del ministero sacro. Non fare attenzione ai meriti della persona, ma al ministero dei sacerdoti. Voi avete ragione a essere esigenti, ma per questo avete anche il dovere di aiutarci con la vostra preghiera e la vostra simpatia. Questo sarà anche un modo di far nascere nel cuore di qualche giovane il desiderio di rispondere alla vocazione sacerdotale e religiosa. Ripeto: pregate perché siamo sempre più innamorati di Cristo. Pregate perché non ci preoccupiamo di essere popolari; noi dobbiamo solo trasmettere la Parola di Dio nel modo più attraente possibile. Pregate perché non ci preoccupiamo di essere come piace agli uomini, ma come piace a Dio. Pregate perché ce la mettiamo tutta per essere come il buon pastore: servi del gregge e non padroni. Pregate perché siamo sempre più consapevoli che apparteniamo a una razza che durerà quanto il mondo. Una razza che Dio stesso ha posto in cammino e che non si fermerà più.

Non è di un facile consenso di cui abbiamo bisogno, né ci dobbiamo fermare alle storie che raccontano al cinema o a modelli di preti e suore che vediamo in televisione. Dobbiamo andare al cuore della vocazione, cioè: fare un servizio di amore. E perché la Chiesa possa sempre svolgere questo servizio; perché possiamo essere fedeli alla scelta che – con un po’ di santa incoscienza – abbiamo fatto quando eravamo giovani, pregate. Pregate per noi. Non lasciateci soli. Se saremo buoni noi, se saremo santi noi, sarete buoni, sarete santi anche voi.