La “sagra dei fisciòt“ nella 5ª domenica di Quaresima

Preghiera all’Addolorata

La celebrazione votiva, l’omelia del Vescovo, la supplica all’Addolorata

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La quinta domenica di Quaresima nella città di Belluno è nota come la “sagra dei fisciòt“, la sagra di primavera, un tempo contornata di bancarelle piene di dolciumi, opere di artigianato e giocattoli, tra cui i “fisciòt”, che hanno dato il nome alla festa. La tradizione religiosa prevede la solenne processione, che porta la preziosa statua della Madonna dei Sette dolori dalla chiesa di Santo Stefano lungo le vie del centro. Anche quest’anno, la giusta prudenza per il contagio ha sconsigliato lo svolgimento della processione. Ma non è venuta meno la fiducia nell’intercessione di Maria.

Nella mattinata di oggi (3 aprile) il Vescovo ha presieduto la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa di Santo Stefano, trasmessa in diretta da Telebelluno. Non è mancato nella sua omelia un riferimento alla tragedia della guerra in Ucraina e alle sue conseguenze: «Non possiamo oggi dimenticare il tenero volto di ogni madre carico di lacrime per ogni figlio e figlia esposti all’immane dolore della guerra e travolti dalla sua forza distruttrice. Oggi il volto dell’Addolorata è il volto di tutta l’umanità. Attraverso quello che sta avvenendo alle soglie dell’Europa dell’Est si riversa su di noi tutto ciò che l’umanità sta soffrendo nelle tante guerre che la insanguinano e la lacerano».

Prima della benedizione finale, a nome della Chiesa di Belluno-Feltre, il Vescovo ha così espresso la supplica all’Addolorata:

Maria il tuo sguardo di Addolorata è lo specchio di tanto dolore che noi ci provochiamo lungo la strada della vita che insieme stiamo percorrendo. In questi giorni i segni delle guerre sono più vicini, più evidenti. Immaginiamo più facilmente lo strazio provocato.

Fa’ che nel tuo volto di dolore noi cerchiamo il cuore della misericordia, del perdono, della riconciliazione, della pace. Ci rivolgiamo a te per quella consegna d’amore che è venuta da Gesù che tu hai ricevuto come tuo figlio e che hai donato a noi tutti come nostro fratello, primogenito di tutta la moltitudine dell’umanità.

Accarezza i pensieri, i sogni, i desideri, i sentimenti, il cuore, le mani di chi tra noi sente più forte l’istinto mortifero della violenza, della rivendicazione, dell’usurpazione del bene altrui, dell’ingiustizia, dell’auto possesso della vita propria e degli altri.

Il tuo dolore entri come parto di luce, di vita, di fraternità lì dove prevalgono i segni dell’odio. Lenisci con le tue lacrime di madre le asperità, le durezze, le colpe, le condanne depositate nelle profondità del cuore di questa nostra umanità.

Donaci oggi, ovunque, in ogni terra e popolo il tuo sguardo di fiducia, di speranza, di vicendevole visitazione, di trepidazione materna, di purificazione fraterna che ci permetta di aprirci al dono di essere fratelli e sorelle del Risorto.