Il valore pastorale e la vicinanza alle famiglie delle nostre comunità

Scuole d’infanzia parrocchiali, dialogo aperto

In provincia ci sono 34 scuole paritarie , 16 gestite da parrocchie e 2 da religiose, con 885 alunni

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«Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto. Educare è una grazia che il Signore fa: occorre accoglierla con gratitudine e senso di responsabilità» (cardinal C.M. Martini).

Parole che possono accompagnare una breve sintesi dell’incontro con i parroci e collaboratori responsabili delle scuole d’Infanzia parrocchiali della nostra Chiesa diocesana. Accolti nei locali della parrocchia di Santa Giustina, il 6 luglio scorso, su convocazione del vescovo Renato, i membri dell’equipe dell’Ufficio pastorale per l’educazione e la scuola e gli invitati delle scuole paritarie “materne” si sono interrogati sulla loro situazione, sul valore pastorale, su alcuni aspetti economici, sulla collaborazione con la diocesi, anche alla luce della novità riguardante le 29 collaborazioni parrocchiali.

Nell’introduzione è stata messa in luce la mission dell’Ufficio pastorale diocesano, che ha compiti di accompagnamento, attenzione e cura pastorale per l’intero percorso di formazione scolastica; intende sostenere le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana ed i loro organismi, nonché promuovere nelle comunità cristiane attenzione, conoscenza e sensibilità per il mondo della scuola e dell’educazione.

Consapevoli che l’ispirazione cristiana e l’ottica evangelica garantiscono la crescita dei valori umani, nel rispetto anche delle diverse appartenenze religiose dei bambini e delle famiglie che frequentano, gli «addetti ai lavori – afferma il Vescovo – intendono continuare ad interrogarsi per concretizzare delle linee comuni e possibilmente degli strumenti condivisi». La vigilanza del Vescovo si fa sostegno alle criticità e promozione degli aspetti educativi. La chiave è sicuramente il senso di appartenenza alla comunità stessa.

Don Gianni Trevisan, nel presentare una puntuale fotografia e il fenomeno delle scuole che accolgono i bimbi dai 3 ai 6 anni, ha evidenziato il servizio alle “relazioni” di tutte le famiglie e in particolare di quelle in difficoltà, gli aspetti economici  e l’opportunità dell’iscrizione al Terzo Settore (ETS in attesa di decisioni dell’Europa) che si potrà valutare quando entrerà in vigore, al fine di  una gestione diversa delle responsabilità e la possibilità di sedere al tavolo della progettazione con le Amministrazioni locali.

Don Gianni, che coordina i parroci legali rappresentanti delle scuole d’infanzia parrocchiali, ha evidenziato in primis la scuola cattolica come risorsa educativa della Chiesa locale per la società e l’evangelizzazione; quindi si è soffermato sulle modifiche intervenute nell’ultimo decennio  (Lamon e Longarone statalizzate; chiusura a Zoldo…), sui problemi comuni, quali la difficoltà di trovare insegnanti,  personale di servizio e collaboratori volontari; il calo delle nascite e il fenomeno in aumento delle “scuole parentali”.  Mettere in circolo buone prassi e “fare rete”  rimangono due strade importanti da continuare a praticare.

Manuel Savi, dell’equipe dell’Ufficio Scuola, ha richiamato la questione della normativa in vigore dal 2012 riguardante gli Obiettivi specifici dell’insegnamento della Religione cattolica, il percorso di formazione degli insegnanti e i titoli richiesti, i criteri per il mantenimento della parità.

Numerose le domande aperte dai presenti sulle fatiche e gli oneri gestionali, sui rapporti con l’Ente locale, la necessità di puntuale consulenza, l’esigenza di lavorare insieme anche ad un progetto educativo. Come mettere insieme la pastorale parrocchiale e dell’asilo? La domanda di fondo, sulla quale tornare quale premessa a tutte le altre: c’è la convinzione che l’asilo parrocchiale ha ancora un senso? C’è la volontà della comunità cristiana di mantenere e promuovere la propria “scuola d’infanzia”?

Interessante la testimonianza di Cristiana, della scuola dell’infanzia F. Zalivani di Polpet: lo spirito che accompagna la proposta educativa e l’accoglienza nelle nostre scuole è uno spirito diverso;  le famiglie colgono una modalità di vicinanza che fa la differenza ed è davvero significativa.

Il vescovo Renato – presentando la recente lettera congiunta dei Dicasteri per gli Istituti di Vita consacrata e per la Cultura e l’educazione, destinata A quanti sono coinvolti nella missione educativa delle scuole cattolicheha evidenziatoin un contesto complesso che potrebbe bloccare il coraggio,  come sia «necessario e urgente far coro», esortando ad avviare iniziative «capaci di condivisione e futuro».