Segni dell’Avvento e del Natale

Origine e significato di alcuni segni dell’Avvento e del Natale

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I nostri paesi, le nostre chiese, le nostre case, si trovano in questo periodo immerse in quelli che possiamo chiamare segni dell’Avvento e del Natale. Richiamare la loro origine aiuta ad apprezzarne il significato che diventa sempre di più solo un segno folkloristico. Sono segni in riferimento al Natale evento significativo per la fede cristiana.

La Corona dell’Avvento

La Corona dell’Avvento è una tradizione natalizia tipica paesi di cultura anglosassone e germanica. È stata ideata da un pastore protestante nel sec. XIX.  Dopo la prima guerra mondiale l’usanza si diffuse anche nel sud Europa. Dopo la seconda guerra mondiale la diffusione fu più consistente. Verso la fine del secolo scorso anche fra noi la presenza di questo segno divenne una costante. Il simbolo viene messo non solo nelle chiese ma anche nelle case. L’accensione di ciascuna candela (una ogni domenica di Avvento) indica la progressiva vittoria della Luce sulle tenebre dovuta alla sempre più prossima venuta del Messia. La forma circolare della Corona dell’Avvento è simbolo di unità e di eternità. I rami sempreverdi rappresentano la speranza.

Il Calendario dell’Avvento

Il Calendario dell’Avvento è richiamo al periodo dell’Avvento. È un calendario “conto alla rovescia” che di solito è fatto per i bambini, utilizzato per contare i giorni dell’Avvento in previsione del Natale. Il conteggio dei giorni generalmente parte dal primo dicembre e prevede 24 caselle. Questo segno, utilizzato all’inizio del secolo scorso in ambiente luterano, si è poi diffuso tra le altre denominazioni cristiane. Lo scopo era quello di giorno in giorno, con pensieri e proposte di tipo spirituale di affiancare i Bambini nella loro attesa dell’evento “Natale”.

Oggi tale strumento si è trasformato in segno spesso non più religioso con significati non raramente di tipo folkloristico, commerciale e consumistico.

Il Presepio

È il segno principale dell’evento “Natale del Signore” presente nella realtà della nostra società. Nelle chiese e nelle case, ma anche in ambiente pubblico è il richiamo più sentito e apprezzato. È la rappresentazione della nascita di Gesù, variamente ricostruita durante le festività natalizie, con l’uso di statuette raffiguranti i personaggi principali dell’evento celebrato dalla cristianità.

Il primo presepe, nel senso moderno del termine, risale a quello inscenato da San Francesco d’Assisi durante il giorno di Natale del 1223, nel piccolo paese di Greccio (vicino Rieti). Questo primo presepe venne allestito nei pressi del bosco vicino al paese, in una grotta. Francesco portò in una grotta la mangiatoia con la paglia e vi condusse il bue e l’asino (non c’erano la Vergine Maria, Giuseppe e il bambinello). La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i presenti, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù. Le prime testimonianze storiche del presepe però risalgono al III-IV secolo, quando i cristiani raffiguravano nei loro luoghi di ritrovo, come ad esempio le catacombe, le immagini di Maria con il piccolo Gesù in grembo. Non si trattava quindi di scene complesse, come quelle a cui siamo oggi abituati, ma di semplici raffigurazioni.

Dal Quattrocento e per tutto il Medioevo, esempi di presepe possono essere considerate le numerose raffigurazioni sulla natività di Cristo, eseguite da famosi artisti come Botticelli, Giotto, Piero della Francesca e il Correggio, molte delle quali esposte nelle chiese per mostrare alla popolazione analfabeta questa scena della vita di Gesù.

Dopo San Francesco la tradizione del presepio si diffuse sempre più intensamente coinvolgendo sia le strutture ecclesiali che l’ambito familiare. La fantasia e l’ingegno popolare si sbizzarrirono nel creare varietà indefinita di presepi. In ogni caso l’obiettivo centrale era e rimane quello di richiamare l’evento della Natività di Gesù, figlio di Dio a Betlemme.

L’albero di Natale

È una tradizione nata nel Nord Europa che rimanda all’Eden, al peccato originale riscattato da Cristo, alla croce come albero della vita. Il significato cristiano dell’albero di Natale non va fatto derivare dal solstizio d’inverno, ma ha un’origine propria che risale ad una tradizione medioevale e al suo significato religioso: le rappresentazioni dei misteri, che, quale preludio alla festività natalizia, nella Santa Notte mettevano in scena, davanti ai portali delle chiese, la storia del peccato originale nel Paradiso terrestre. Così questo albero ornato di mele, nella notte del Natale richiama ai fedeli che il peccato dell’uomo è stato espiato per mezzo dell’incarnazione di Cristo. La diffusione di questo segno natalizio fra noi si è molto diffusa nel secolo scorso. Oggi per chi lo realizza, spesso richiama genericamente la festa del Natale con i suoi ornamenti di luce e di palline colorate. Non raramente sulla cima viene collocata la stella cometa, specifico richiamo natalizio. È diventato il luogo dove mettere i regali di Natale. In questo gesto che esprime legami familiari, ma di tipo consumistico, si suggerisce di ricordarsi anche dei poveri. Un Natale di carità.

Giuliano Follin

 

Nella foto: l’albero di Natale allestito a Col Cumano dalla RC Electronics,
grazie al contributo dello stabilimento di Santa Giustina della Reno de’ Medici.