Quanto inchiostro è stato versato a immaginare che cosa avrebbe potuto fare Giovanni Paolo I, se fosse vissuto di più! Con i “se” non si scrive la storia… Quel periodo ipotetico è tanto più inutile, in quanto Giovanni Paolo I aveva dichiarato i suoi intendimenti nel primo radiomessaggio di domenica 27 agosto. È su quel solenne discorso, pronunciato in latino da Giovanni Paolo I, che si è concentrato l’importante convegno di venerdì 13 maggio scorso, organizzato presso l’Università Gregoriana dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, tramite l’attenta e tenace regia di Stefania Falasca. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i sei “volumus/vogliamo” di quel discorso, i sei punti di un programma di pontificato, rimasto in sospeso per la repentina morte, ma che ha lasciato un segno in quell’ormai lontano settembre del 1978.
L’Aula magna di quella stessa università, in cui Luciani studiò dal 1942 al 1947, venerdì scorso era davvero affollata: studiosi e studenti, autorità e porporati, esperti e parenti del futuro beato. A questi si aggiungeva la platea virtuale di quanti erano collegati in streaming. Ai presenti papa Francesco ha fatto giungere un suo saluto tramite il Segretario di Stato, evidenziando il convegno come «un’occasione preziosa per riscoprire l’eredità spirituale e la santità di vita di questo amato Pontefice». Ha rimarcato quanto il suo predecessore abbia «costantemente ricercato e indicato la sostanza del Vangelo come unica ed eterna verità, al di là di ogni contingenza storica o di moda» e come alcuni temi del breve pontificato rappresentino «un sicuro punto di riferimento per trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che la Chiesa deve affrontare ai nostri giorni».
Il contesto accademico è stato l’ideale cornice per la presentazione di un importante volume sul Magistero di Papa Luciani, curato dalla Fondazione stessa ed edito dalla Libreria editrice Vaticana in unione con la San Paolo. Nel volume sono stati raccolti tutti gli interventi del Papa in quei 34 giorni di pontificato, trascritti con acribia filologica dalle registrazioni, per rimediare ad alcune limature o dimenticanze operate dagli editori dell’epoca dopo la morte del Papa. Un lavoro meticoloso, «portato avanti con tenacia e perseveranza dalla vicepresidente e vicepostulatrice della causa, Stefania Falasca», con la collaborazione di Davide Fiocco e Lina Petri. La prefazione è firmata da papa Francesco e dà evidenza a un breve autografo, rinvenuto nell’agenda del pontificato di Luciani: «Servi, non padroni della Verità».
Dopo i saluti di apertura, il presidente della Fondazione, cardinale Pietro Parolin, ha ricordato come Giovanni Paolo I rimanga «un punto di riferimento nella storia della Chiesa universale». Egli ancora «è stato un vescovo che ha vissuto l’esperienza del Concilio Ecumenico Vaticano Il, l’ha applicato e nel suo breve pontificato ha fatto progredire la Chiesa lungo le strade maestre da esso indicate: la risalita alle sorgenti del Vangelo e una rinnovata missionarietà, la collegialità episcopale, il servizio nella povertà ecclesiale, la ricerca dell’unità dei cristiani, il dialogo interreligioso, il dialogo con la contemporaneità e il dialogo internazionale, condotto con perseveranza e determinazione, in favore della giustizia e della pace». Di qui «la stringente attualità del suo messaggio». Alla luce delle fonti, recuperate grazie alla causa di canonizzazione e alla stesura della Positio, è oggi possibile «una riconsegna piena della memoria di Papa Luciani».
Nelle pause del convegno, il Porporato ha salutato i nipoti di Luciani presenti e suor Margherita Marin, l’unica sopravvissuta delle quattro suore presenti nell’appartamento pontificio fino alla morte. Fu proprio suor Margherita a trovare il corpo senza vita del Papa, che teneva in mano alcuni fogli dattiloscritti.
Otto sono stati gli interventi, con taglio più specialistico: mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Vaticano, ha richiamato il valore del recupero dei manoscritti di Luciani. La dott. Flavia Tudini ha illustrato il lavoro in corso per il riordino dello stesso archivio. Illuminante la relazione del prof. Carlo Ossola, del Collège de France, che ha evidenziato il valore dei riferimenti letterari con cui Luciani sapeva intarsiare i suoi scritti, mantenendo la freschezza di un linguaggio semplice. Il prof. Dario Vitali, direttore del Dipartimento di Teologia dogmatica della Gregoriana, ha inquadrato i sei “volumus” dettati da Papa Luciani. Su di essi si sono poi concentrati nel pomeriggio quattro interventi con taglio più storico e teologico curati dai professori Gilfredo Marendo, Giovanni Vian, Mauro Velato e Davide Fiocco. Diventeranno saggi nella raccolta degli Atti del convegno.
A chiusura dello stesso, è stato presentato un documentario con immagini d’epoca e le testimonianze di persone che hanno conosciuto da vicino Giovanni Paolo I, realizzato da Rai Vaticano, con la regia del direttore Massimo Milone e Nicola Vicenti, in coordinamento con il Dicastero vaticano della Comunicazione. Il cui prefetto, Paolo Ruffini, ha introdotto la proiezione, riconoscendo quanto oggi ci sia «bisogno di guardare le immagini, ascoltarle per non perdere la memoria». [DF]