Severino, addio

Per sei anni è stato in Niger per seguire le iniziative della diocesi; dal 2017 era custode del Centro Papa Luciani

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Era ricoverato presso l’ospedale di Feltre dal 19 novembre scorso, per una malattia scoperta da qualche giorno. Era stato operato con qualche speranza, ma una serie di complicanze ha avuto un esito fatale nella serata di mercoledì 1° dicembre. Severino Pinna ci ha lasciati, a soli 56 anni: la nostra comunità diocesana ne vuole annunciare la morte, ma anche ricordare la figura per quel legame di collaborazione e amicizia che andava avanti da un oltre decennio.

Era nato a Cagliari il 5 febbraio 1965: portava il nome del padre, che non ha potuto conoscere, perché morto in un incidente sul lavoro pochi mesi prima della nascita del suo ultimogenito. Cresciuto dalla madre e da una folta schiera di fratelli, era entrato nel mondo del lavoro, specializzandosi nel settore immobiliare. Era poi passato a Bergamo a lavorare in una grande tipografia e poi in Islanda in un cantiere minerario.

Approdato presso il villaggio di Corte in Cadore, entrò in contatto con don Virginio De Martin – allora parroco di Valle, Venas e Cibiana – e di lì si convinse di donare qualche anno della sua vita in Niger, nella missione di Gaya. Raccontava di sé: «il 17 marzo 2011 ho fatto la mia prima visita a Gaya, in Niger, dove la diocesi aveva aperto da alcuni mesi una missione. E laggiù mi ha contagiato il “mal d’Africa” che, dal 1° dicembre 2011 fino al settembre 2017, mi ha portato in Niger, a costruire le strutture necessarie alla parrocchia di Gaya», al fianco di don Augusto Antoniol. Il carattere forte e generoso ha reso Severino intraprendente progettista, capocantiere e impresario, per realizzare dalle fondamenta quelle strutture che la nostra diocesi ha lasciato a beneficio della locale comunità cristiana. Tra le maestranze nigerine è rimasto senz’altro un grato ricordo di lui, non solo per i suoi modi e gli arcani intercalari in sardo che non mancavano mai.

Alla fine del 2017 il vescovo Renato, richiamando don Augusto in diocesi, fece a Severino una proposta: «Perché non metti la tua sapiente manualità al servizio del Centro Papa Luciani?». Severino rispose di sì e divenne manutentore a Col Cumano, dove ha dato ampia prova delle sue abilità tecniche e manuali, nella cura del verde, dei fiori, della casa.

Il vescovo Renato, gli addetti del Centro missionario diocesano, il Consiglio di amministrazione e i dipendenti del Centro Papa Luciani si uniscono ora in un abbraccio di solidarietà e cordoglio, che vogliono far giungere nell’amata Sardegna ai fratelli, alle sorelle, ai nipoti. Ricordano nella preghiera quest’uomo un po’ burbero, ma dal cuore grande, che era diventato uno dei nostri. A maggior ragione, sarà ricordato con nostalgia nei prossimi giorni, quando verrà acceso il grande albero di Natale di Col Cumano: un’idea sua! Ora riposi in pace, nelle braccia del Signore Gesù.

I funerali saranno celebrati sabato 4 dicembre alle ore 9.00 nella chiesa parrocchiale di Santa Giustina. La salma verrà poi portata alla cremazione: i familiari riporteranno le ceneri nella sua Sardegna. Nel rispetto delle norme di contenimento della pandemia, si precisa che la chiesa può contenere fino a 80 persone.

 

Leggi l’omelia del Vescovo durante le esequie