A Domegge di Cadore il 9 marzo 2023

Spaccati in due

Testimonianza su Gianluca Firetti tra gli incontri quaresimali della Convergenza fornaniale di Cadore-Ampezzo-Comelico

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Uno sguardo che spacca in due: è quello di Gianluca Firetti, un ragazzo di Sospiro, paese in provincia di Cremona, prematuramente morto il 30 gennaio 2015 per un osteosarcoma che lo ha stroncato ad appena vent’anni. Uno sguardo che continua e che è stato raccontato a due voci da don Marco D’Agostino, rettore del seminario diocesano di Cremona, e da Federico Benna, insegnante ed appassionato di teatro, giovedì 9 marzo nella chiesa di Domegge, durante il ciclo di incontri quaresimali promosso dalla Convergenza fornaniale di Cadore-Ampezzo-Comelico.

La testimonianza di don Marco, che ha percorso insieme a Gianluca l’ultimo tratto della sua breve esistenza, si è sviluppata a partire dal suo personale percorso di fede e di ministero che proprio da quello sguardo è cambiato radicalmente. «L’ho conosciuto dopo vent’anni che ero prete, quando ormai si crede di avere i “cassetti pronti” con tutto quello che serve dire, dai funerali ai fidanzati; conoscere lui è stato come prendere in testa una “padellata improvvisa” mentre si cammina per strada». Infatti la fragilità di questo giovane, nato e cresciuto come tutti i suoi coetanei fino alla diagnosi del male, ha catalizzato l’attenzione e l’affetto di tanti giovani amici che, proprio da proprio da questa sua estrema debolezza, hanno tratto forza e riconoscenza. Ma è stata la sua fede – ha continuato don Marco – la luce più grande che lo faceva risplendere, pur in un corpo ormai dilaniato dal tumore.

Niente di straordinario o di eclatante, né tantomeno sdolcinato o illusorio, ma una fede molto concreta e semplice, costellata di tante sorprendenti intuizioni di vangelo da creare, in chi lo ha incontrato, un nuovo alfabeto di vita. E proprio l’alfabeto è l’ossatura del libro “Spaccati in due”, scritto da Gianluca e terminato poco prima della sua morte, che per ogni lettera racconta una parola, un fatto, una “buona notizia” di questa vicenda così dolorosamente breve ma allo stesso tempo così luminosa. «Da allora, penso tutti i giorni alla mia morte» ha affermato don Marco, per ribadire come questo incontro lo ha segnato dentro profondamente. Come una vera conversione. Nei ripetuti incontri che fa in giro per l’Italia per raccontare questa storia, ha ribadito come davvero la vita possa essere continua scoperta di tanti doni che il Signore fa per manifestare la sua presenza. Come è stato per lui Gianluca: basta accorgercene.

La vicenda di questo incontro è diventata un monologo teatrale, scritto e interpretato dall’altro ospite, Federico Benna, che nella stessa serata ha inframezzato la testimonianza di don D’Agostino con brevi scene di questa sua opera: storia vera di come la fede concreta muove le persone e spinge ciascuno ad aprire gli occhi e fare cose belle.

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