Spazio di libertà e di responsabilità

L’ora di religione nel patto condiviso fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Fra alcuni giorni si chiudono le iscrizioni per l’anno scolastico 2023-2024. Genitori e studenti sono chiamati a scegliere se avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica, disciplina garantita dalla Repubblica e facoltativa per famiglie e allievi. Per chi responsabilmente la sceglie è materia che si stabilisce nel curricolo e dà luogo a una valutazione. La Presidenza della CEI ha scritto nei mesi scorsi un messaggio che riprendiamo in alcuni passaggi significativi. Le testimonianze di molti ragazzi confermano la definizione dell’IRC come “spazio di libertà e di responsabilità” per sperimentare in maniera più profonda il cammino di crescita umana e culturale che, in particolare gli adolescenti, stanno vivendo.

Scegliere l’ora di religione cattolica esprime maturità e interesse

È in sintesi il messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della Religione Cattolica nell’anno scolastico 2023-2024; un invito per una scuola che possa guardare alla crescita integrale della persona e generare una cultura di dialogo e di pace.

Rivolgendosi a studenti e genitori, i Vescovi richiamano l’esperienza di grande rilievo rappresentata dall’IRC nel panorama formativo, in quanto espressione di un «patto condiviso fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani e, di conseguenza, della società intera. Un patto che non li vede solo destinatari ma coinvolti in prima persona».

«Scegliere è un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita», si legge ancora nel messaggio, che riporta anche una parte del discorso di papa Francesco agli studenti di una scuola in Bahrein: «Non esiste una vita senza sfide da affrontare. E sempre, di fronte a una sfida, come davanti a un bivio, bisogna scegliere, mettersi in gioco, rischiare, decidere. Ma questo richiede una buona strategia: non si può improvvisare, vivendo solo di istinto o solo all’istante!». Per imparare a scegliere, afferma il Papa, occorre «affinare lo sguardo interiore, imparare a giudicare le situazioni, a cogliere l’essenziale» e «lavorare sul cuore», così da non restare indifferenti o mostrarsi insofferenti agli altri, ma reagendo «con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole».

La fraternità? potrebbe essere una nuova materia… parola di papa Francesco

Nel recente invito a pregare per gli educatori, perché siano testimoni credibili insegnando non la competizione, ma la collaborazione e la fraternità, il Papa ha lanciato, nel suo stile, una provocazione. «Vorrei proporre agli educatori di aggiungere una nuova materia all’insegnamento: la fraternità». È l’incipit dell’intenzione di preghiera per il mese di gennaio, contenuto nel primo video del 2023. Francesco sottolinea l’importanza di aiutare i giovani più vulnerabili e ribadisce «l’importanza dell’attività educativa nella sua interezza», perché essa va ben oltre i contenuti.

«L’educatore è un testimone che non dona le sue conoscenze intellettuali, ma le sue convinzioni, il suo impegno vissuto» – sono ancora parole sue – «una persona che sa gestire bene i tre linguaggi: quello della testa, quello del cuore e quello delle mani, armonizzati”, facendolo “con la gioia di comunicare”».

Facciamo nostra la bella la definizione degli educatori quali “creatori di comunità”, in sintonia con il cammino sinodale in atto anche nella nostra Chiesa locale.


La CEI ha fatto conoscere i dati in percentuale degli avvalentisi dell’anno scolastico 2021-22 che restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, con una lieve crescita complessiva degli studenti che scelgono di frequentare l’IRC e una media nazionale di avvalentisi pari all’84,44%.