Venerdì 17 maggio

Un illustrissimo ritorno a Venezia

Intitolata a Giovanni Paolo I una sala nella biblioteca diocesana; presentata l’edizione critica di “Illustrissimi”

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Il beato Giovanni Paolo I è ritornato” nei luoghi del cuore, nel segno di un legame profondo e sempre vivo con la città di Venezia, facendo memoria del suo stile inconfondibile di umiltà, semplicità e chiarezza, unito al suo spessore teologico e spirituale. Il primo atto nel pomeriggio, con l’intitolazione a Giovanni Paolo I, nella Biblioteca diocesana del seminario lagunare, della sala che custodisce i volumi del Fondo Librario di Luciani, ritrovati e catalogati a cura della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I.

Poi nella Sala del Piovego di Palazzo Ducale a Venezia, dove il bellunese Albino Luciani fu patriarca dal 1969 al 1978 – quando fu eletto pontefice –  è stata presentata nel pomeriggio di venerdì 17 maggio la nuova edizione critica di “Illustrissimi”, testo squisitamente letterario dato alle stampe per la prima volta nel 1976.

Un’originale silloge di quaranta lettere destinate ad autori reali, grandi personaggi storici, biblici e fittizi, santi e artisti, su temi di attualità in un interattivo mescolarsi di erudizione e chiarezza, sacro e profano, oggi raccolte nell’edizione critica “Illustrissimi. Lettere immaginarie”, a cura di Stefania Falasca (edizioni Messaggero Padova).

Sono intervenuti per un indirizzo di saluto il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, che ha evidenziato la «profonda disposizione morale anche nella scrittura di lettere capaci di parlare all’oggi», e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha ricordato i tratti di bontà e prossimità di Luciani. Presente anche il prefetto di Venezia Darco Pellos. A coordinare l’evento Roberto Papetti, direttore de “Il Gazzettino”, sulle cui pagine uscirono in una destinazione iniziale alcune delle lettere dell’allora patriarca. Hanno inviato un messaggio di plauso per l’iniziativa il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il presidente della Regione Luca Zaia. È intervenuto per primo il Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, Fabrizio Magani.

Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha sottolineato che «semplicità, sincerità, intelligenza e immediatezza traspaiono da ogni pagina del libro di Albino Luciani: semplicità e umiltà di Luciani erano criterio ermeneutico per comprendere semplicità e umiltà di Dio, e in lui si traducevano nella libertà di chiamare le cose con il loro nome, attraverso il coraggio della chiarezza. Luciani univa originalità e vivacità, giungendo sempre al concreto, e in Illustrissimi emergono questi tratti caratteristici». E ancora: «La Chiesa ha bisogno di figure come Luciani – ha osservato Moraglia – perché si avverte l’urgenza di un linguaggio essenziale e libero. Egli non aveva paura di citare anche il pensiero di uomini che non si sono identificati con quello della Chiesa, con la capacità di dialogare con tutti».

Gli ha fatto eco il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano nonché presidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I: «È stato il primo pontefice ad aver adottato costantemente nei suoi interventi uno stile colloquiale, rilevando l’importanza della conversazione anche nell’insegnamento religioso, senza mai lasciarlo all’improvvisazione». Parolin ha ricordato il cammino della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I per la riscoperta e la valorizzazione delle sue opere: «”lllustrissimi” è un lascito destinato a chiunque – ha concluso – Prestiamo attenzione alla voce di Luciani, maestro del dialogo e del parlare a tutti, affinché a tutti arrivi il messaggio del Vangelo, messaggio di salvezza».

Dopo la lettura di alcuni brani di “Illustrissimi”, è intervenuto per la lectio magistralis il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, nonché autore della prefazione del volume. Dopo una riflessione intorno alla figura di Aldo Manuzio, editore che lavorò a lungo a Venezia e al quale Luciani rivolge una lettera immaginaria, egli ha posto l’attenzione sulla vicinanza tra il pensiero di Luciani e il patrono dei giornalisti san Francesco di Sales, e ha osservato come «nel Papa del sorriso c’era non solo una naturale bonarietà, ma anche la coscienza che la verità va esposta delicatamente, un’intuizione spirituale in linea con il Vangelo». «La cordialità di Luciani – ha affermato – non era solo un tratto del suo temperamento, ma un metodo spirituale deliberato, praticato con perseverante diligenza, assunto credibilmente come espressione di un cuore pastorale e testimonianza di autentica vita cristiana. Il suo obiettivo era aiutarci a convertirci con lo strumento dell’umorismo, che dimostra portata, originalità e finezza della sua saggezza. Giovanni Paolo I va messo dalla parte dei santi umoristi».

Infine è intervenuta la curatrice Stefania Falasca, che ha dedicato proprio a “Illustrissimi” il dottorato di ricerca in Italianistica all’Università di Tor Vergata, con un’approfondita indagine sulle fonti. Falasca ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo all’opera, e ha auspicato che Venezia possa rendere omaggio a Luciani, intitolandogli altri luoghi e opere significative.

Beatrice Zabotti
(www.qdpnews.it)