Sabato 23 aprile a Canale d'Agordo

Una casa che diventa preziosa reliquia

Inaugurata dopo i lavori di restauro la casa natale di Papa Luciani; la cittadinanza onoraria al card. Beniamino Stella

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«La Casa di via Rividèla che oggi inauguriamo, è un’eloquente, veramente speciale reliquia, del futuro Beato». Così il card. Beniamino Stella ha concluso il suo intervento nella chiesa di Canale d’Agordo, dando il senso dell’evento che lo coinvolgeva come protagonista. La chiesa parrocchiale era gremita e tra le persone spiccavano le fasce tricolori di numerosi sindaci convenuti, quella blu del presidente della Provincia, oltre alle vesti prelatizie di tre vescovi e alla porpora dello stesso Cardinale, che portava anche il saluto del Segretario di Stato, card. Pietro Parolin.

Al vescovo di Belluno-Feltre, mons. Renato Marangoni, è spettato il compito di dare il saluto di benvenuto, in quanto “padrone di casa”. Ha collegato il simbolo della casa alle tre diocesi rappresentate, «che sono state la casa di Luciani», mostrando gratitudine per questo «concorrere insieme delle tre diocesi». Inoltre il Vescovo ha ricordato un passaggio dell’Angelus del 27 agosto 1978: «i due colleghi che mi erano vicini mi hanno sussurrato parole di coraggio. Uno ha detto: “Coraggio!”». È l’invito che ha rilanciato ai presenti.

Quindi mons. Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto, ha ricordato i passaggi che hanno portato la sua diocesi, che ebbe il futuro papa come vescovo dal 1959 al 1970, ad acquistare la casa natale dei Luciani. Questo – com’è noto – è stato possibile grazie al contributo del card. Stella, nativo di Pieve di Soligo e postulatore della causa di beatificazione. L’edificio venne subito reso fruibile ai pellegrini, fin dal 2 agosto del 2019. Di seguito sono stati realizzati importanti lavori di consolidamento e di restauro, ora conclusi, circostanza che ha suggerito la cerimonia di inaugurazione, inserita nel percorso che il prossimo 4 settembre si coronerà con la beatificazione. Lo stesso vescovo vittoriese ha voluto ricordare altri sponsor e benefattori che hanno reso possibile gli interventi, l’azione dei progettisti e dei collaboratori della diocesi, l’Amministrazione comunale e i volontari di Canale d’Agordo, in un’operazione corale che fa sperare anche nel futuro di questo percorso.

Molto intenso è stato l’intervento del card. Beniamino Stella, che ha ricordato il valore dell’edificio che «ha visto le prime fondamentali tappe del cammino di santità di Albino Luciani… che lì venne battezzato, lì venne formato nelle virtù umane e nelle virtù cristiane». Delicato il ricordo dei genitori del futuro papa: della madre Bortola Tancòn, riconosciuta dal figlio come la sua «prima maestra di catechismo»; e poi del padre Giovanni Battista, che aderiva ai socialisti e che, nel dare al figlio il consenso all’ingresso in Seminario, gli raccomandò: «Spero che, quando tu sarai prete, starai dalla parte dei poveri, perché Cristo era dalla loro parte».

Il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, ha voluto riprendere le parole che Luciani pronunciò il giorno in cui prese possesso della Cattedra di san Marco, parole che costituiscono il suo biglietto da visita, all’insegna dell’umiltà: «Sono io la polvere: l’ufficio di patriarca e la diocesi di Venezia sono le grandi cose unite alla polvere; se un po’ di bene verrà fuori da questa unione, è chiaro che sarà tutto merito della misericordia del Signore». Quella di Luciani era la fortezza degli umili, quale si è dimostrata nei momenti difficili dell’episcopato veneziano; richiamando Bernanos, Luciani sapeva di dover essere non miele, ma sale della terra, che può anche bruciare, ma risana; richiamandosi a Gregorio Magno, egli sapeva di dover evitare la tentazione di piacere agli uomini. Eppure – ha assicurato il suo terzo successore a Venezia – Luciani resta «il patriarca che la gente umile ricorda di più. Ne sono testimone». L’attualità del suo messaggio è stata evidenziata, ricordando il ministero del catechista che papa Francesco ha recentemente istituito; ma proprio a Venezia Luciani cominciò a proporre un mandato ai catechisti, tradizione che ancora perdura.

Suggestiva l’immagine usata dal sindaco di Canale d’Agordo, Flavio Colcergnan: ha ricordato la gioia del paese all’elezione del suo più illustre concittadino, come anche l’angoscia del paese alla sua morte. Questa è stata come il gelo negli inverni dolomitici, che cristallizza l’aria, in attesa che sorga il sole: l’annuncio della beatificazione ha riacceso in paese una speranza e  l’inaugurazione della casa natale segna il completamento di un ciclo. E qui si è inserito l’atto di conferimento della cittadinanza onoraria al card. Stella, da tutti salutato con un caloroso applauso.

La sessione nella chiesa parrocchiale si è conclusa con le parole dell’arch. Gloria Manera, che ha illustrato – anche per conto dell’ing. Siro Andrich – le peculiarità dell’intervento di consolidamento e restauro effettuati nella casa. «Il pellegrino deve poter ritrovare la casa semplice di allora. Il compito era di consolidare i solai senza alterare l’atmosfera originaria… Se gli interventi non si vedono, forse significa che sono stati fatti bene», dando così onore anche alle varie imprese che, come sponsor, si sono accollate parte dell’impegno economico.

Infine l’intervento del direttore della Fondazione Albino Luciani, dott. Loris Serafini, che ha ricordato la coincidenza dell’evento con l’anniversario della morte di don Antonio Della Lucia, il parroco di Canale d’Agordo che fu il formatore dei formatori di Luciani, cioè di don Filippo Carli, della madre Bortola, del gesuita padre Felice Cappello. Ha poi evidenziato alcuni particolari del percorso museale nella casa, sottolineando la santità cara a Luciani, quella delle umili vicende della vita: quando una donna gli chiese a quale Madonna fosse devoto, il futuro papa rispose: «La Madonna delle pignatte, che si è fatta santa senza visioni, senza estasi, che si è fatta santa con queste piccole cose: lavava scodelle, preparava minestre, pelava patate o qualcosa di simile».

Di seguito, l’assemblea si è spostata sulla strada antistante la casa natale, dove è stata scoperta una statua del Papa che riceve un mazzo di fiori da una ragazzina, quella guarita miracolosamente nel 2011 a Buenos Aires, grazie alla sua intercessione. La statua è stata realizzata e donata dal maestro trevigiano Carlo Balljana, grazie al contributo dell’imprenditore Remo Mosole. [DF]


© foto Carlo Lorenzi – Canale d’Agordo