«In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere, finché il nostro cuore non avrà trovato la vera pace e la vera gioia, finché non arriveremo alla meta ultima di tutta l’umanità, “l’amor che move il sole e l’altre stelle”» (Par. XXXIII, 145)” (Papa Francesco, Lettera apostolica Candor lucis aeterne).
Circa 400 persone con oltre trenta volontari in sei weekend di apertura. Gli organizzatori dell’esposizione “E quindi uscimmo a riveder le stelle” sono molto soddisfatti del risultato ottenuto. “In un anno come questo in cui la pandemia non desiste dal farsi sentire, organizzare un evento del genere era sicuramente un grosso azzardo, ma alla fine la fatica è stata ampiamente ripagata” affermano i bibliotecari della Biblioteca Gregoriana del seminario cittadino.
Il pubblico che ha percorso il chiostro gotico dell’antico convento di San Pietro è rimasto affascinato da quanta spiritualità è passata per queste antiche mura. Senza contare l’enorme successo delle opere dell’artista bellunese Graziano Damerini che hanno accolto i visitatori preparandoli alla visione del pezzo forte dell’esposizione, il codice Lolliniano 35, una delle copie manoscritte più antiche della Commedia di Dante Alighieri attorniato da altri beni librari a carattere dantesco di proprietà del Seminario.
La curiosità di poter ammirare un bene culturale di quasi settecento anni come il Lolliniano 35, conservato nella Biblioteca Capitolare Lolliniana, ha avvicinato a questo importante luogo della storia diocesana e cittadina non solo bellunesi ma soprattutto tante persone venute da fuori provincia. Molte sono state infatti le domande inerenti alla struttura e al patrimonio librario diocesano da parte dei meravigliati ospiti. Tutti i visitatori hanno potuto comprendere, inoltre, l’evoluzione del libro da semplice bene di studio di lusso a importante mezzo di comunicazione e incontro ancora oggi insuperato.
Ma soprattutto in molte persone si è sentito forte il desiderio di un nuovo slancio spirituale di speranza che proprio un luogo come il seminario ha e soprattutto deve continuare ad avere oltre la pandemia che stenta ad abbandonarci. “Il seminario è il cuore pulsante della città e della diocesi aperto a chiunque abbia bisogno di aiuto e di speranza. A testimonianza di ciò basta segnalare lo spirito di condivisione che si è instaurato sia con le istituzioni competenti che con il mondo del volontariato senza i quali non sarebbe stato possibile un tale risultato”, afferma mons. Giorgio Lise, rettore del Seminario Gregoriano.
Ma non finisce qui. Gli organizzatori, su sollecitazione anche dei visitatori, sono pronti a continuare in questo percorso di valorizzazione culturale e spirituale della struttura e del suo patrimonio perché sono convinti che solo nell’incontro con l’altro è possibile fare cultura e dare speranza in un domani migliore per l’umanità tutta.
A breve verranno comunicate le nuove iniziative in corso di preparazione.
Jacopo De Pasquale