All’inizio dell’anno pastorale 2022-2023

Anno pastorale 2022-2023 e secondo anno del cammino sinodale delle Chiese in Italia - prot. 48/2022

 

Carissime/i,

il 19 giugno scorso abbiamo formalmente consegnato a questa nostra Chiesa di Belluno-Feltre la sintesi diocesana, quale frutto del discernimento avvenuto nei 250 gruppi sinodali, che operarono nei primi mesi del 2022, a partire da una domanda di fondo che chiedeva se stiamo camminando insieme nell’annunciare il Vangelo. “Camminare insieme” sembra un’ovvietà poco rilevabile, eppure è la condizione fondamentale posta da Gesù ai suoi discepoli e discepole affinché il suo Vangelo venga annunciato a tutti nel suo nome.

L’ascolto vicendevole, a cui ci ha invitato papa Francesco, per dare il nostro contributo in vista del prossimo Sinodo, ci ha fatto molto bene. Ha permesso di parlarci in sincerità lasciando che lo Spirito Santo ci ispirasse.

Ed ecco le parole con cui la sintesi diocesana – dopo il vaglio del Consiglio pastorale diocesano (27 aprile) e del Consiglio presbiterale (5 maggio) – è stata presentata alla diocesi nella sua stesura definitiva:

«Riconoscenti allo Spirito Santo, che ci chiama a costruire con paziente dedizione i legami ecclesiali e ci fa diventare “Chiesa in uscita”, consegniamo ora alla Diocesi la “sintesi diocesana».

Riparte da questa nostra “consapevolezza ecclesiale” il percorso da compiere nell’anno pastorale 2022-2023. Esso è supportato da due sussidi che la Conferenza episcopale italiana ci ha consegnato in due momenti. A essi facciamo riferimento per tracciare il percorso da compiere in questo anno pastorale 2022-2023:

  • all’inizio del periodo estivo: I cantieri di Betania. Prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale;
  • all’inizio di settembre 2022: Continuare a camminare insieme. “Vademecum” per il secondo anno del cammino sinodale delle Chiese in Italia.
1. L’incontro di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania (Lc 10,38-42)

Questo racconto che si svolge nella casa di Betania, riconosciuta come “casa dell’amicizia e dell’ospitalità”, è l’icona che accompagna e abbellisce il secondo anno del cammino sinodale. Siamo ancora nell’impegno dell’ascolto vicendevole e aperto a tutti. Nei gruppi sinodali sono risuonate spesso parole che evocano l’ambiente familiare e amicale della casa, il clima di accoglienza e ospitalità che vi traspira, lo stile di immediatezza e di sincerità che ne deriva. Nel racconto evangelico, ambientato nella casa di Betania, si capisce che Gesù raggiunge questa casa desiderandola e volendo incontrarsi con degli amici. Vi giunge dopo aver camminato con il gruppo di discepoli e discepole che condividono con lui la salita a Gerusalemme. Immaginare Gesù lungo le nostre strade e nelle nostre case ci suscita un’esperienza di Chiesa più vicina, più sentita con il cuore, più attesa e cercata. Camminare insieme offre la sensazione di non essere arrivati, di affiancarsi a vicenda, di dover seguire ancora Lui. È la Chiesa che vorremmo sperimentare. È anche l’umanità che vorremmo ritrovare.

Nella casa di Betania c’è un incrociarsi di sguardi che si cercano. Lì si sente il desiderio di voler bene, lo si attua esercitando il bene dell’amore, parlandosi schiettamente, cercando ciò che più conta, la “parte buona” da non lasciare. Marta e Maria con Lazzaro testimoniano una fraternità ricca, non scontata, da apprezzare nelle originalità di ciascuno. Si migliora attraversando e gestendo i conflitti della vita ordinaria, sanando il troppo daffare, i molti servizi, autenticandoli nell’ascolto profondo che scaturisce dall’accoglienza della Parola. Si cercano insieme ragioni nuove di vita e di speranza. Una semplice casa può apparire troppo piccola, eppure può avere porte e finestre aperte e diventare luogo di incontro e di nuove partenze, di ulteriori condivisioni.

Questo racconto sulla casa di Betania ha ispirato di proseguire e di approfondire l’ascolto esercitato nel primo anno del cammino sinodale, allargandolo e arricchendolo. Da qui nasce la proposta di attivare i Cantieri di Betania che devono essere essenzialmente un “ascolto approfondito” affinché lo Spirito rinnovi e rigeneri il nostro vissuto ecclesiale.

2. I Cantieri di Betania

L’immagine del “cantiere” ci ricorda che non siamo in dirittura d’arrivo, bensì nel bel mezzo del nostro impegno. È tempo di approfondire, di estendere, di osare ancora. L’esperienza è aperta, va sostenuta, va integrata. Si tratta della convinzione che lo Spirito è all’opera con noi e che occorre perseverare nella disponibilità a Lui. Ci viene offerta un’indicazione chiara: «Quella del cantiere è un’immagine che indica la necessità di un lavoro che duri nel tempo, che non si limiti all’organizzazione di eventi, ma punti alla realizzazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta» (I Cantieri di Betania, p. 6).

Sono proposti tre tipi di cantieri di ascolto.  È suggerito, poi, di caratterizzarne un quarto conforme a esigenze particolari del cammino della diocesi. Importante è che «tutta la comunità sia coinvolta» e ci sia «l’occasione per un confronto che si allarghi oltre la cerchia di quanti frequentano la comunità» (Vademecum, p. 4).

Per questo, accanto ai due “referenti sinodali” – Giulia De Pra e don Davide Fiocco – è stata nominata un’“équipe sinodale”, formata da Paola Barattin, Flavio Battiston, Anna Della Lucia, Massimo Diana, Matteo Salvadego e, per la segreteria pastorale, Chiara Zavarise.

Dopo che si è riunito il Consiglio pastorale diocesano (28 settembre) e si sono incontrati sia l’équipe sinodale (3 ottobre) sia i moderatori dei gruppi sinodali (8 ottobre), è maturata la proposta di attuare i Cantieri di Betania lungo il percorso dell’anno pastorale 2022-2023. A tale scopo si sono identificate tre fasi in cui suddividere l’anno.

3. Le tre fasi dell’anno pastorale 2022-2023

L’opportunità di scandire in tre fasi il corso dell’anno pastorale permette di comporre insieme il cammino sinodale della Chiesa in Italia e il vissuto diocesano. La diocesi infatti ha già maturato alcune scelte pastorali che sono in via di attuazione a più livelli: parrocchiale e inter-parrocchiale, foraniale e diocesano. Si tratta di evitare inutili sovrapposizioni e inopportune giustapposizioni.

Questa scansione permette già da ora di prevedere e programmare, a livello di Convergenza, l’incontro del Coordinamento foraniale, per aiutare le parrocchie a impostare e avviare la collaborazione tra di esse in pastorale, in base alla mappa delle collaborazioni tra parrocchie, definita negli incontri residenziali dei Coordinamenti foraniali (maggio e giugno 2022). Indicativamente si suggerisce di programmare l’incontro subito dopo la solennità di San Martino (11 novembre).

1. Prima fase: avviare le collaborazioni tra parrocchie dall’11 novembre a tutto il tempo liturgico del Natale.

L’avvio ufficiale di questa prima fase sarà con la celebrazione solenne dell’Eucaristia in Cattedrale nel giorno del Patrono San Martino, l’11 novembre.

Contestualmente viene pubblicato il documento che riporta la Mappa delle parrocchie che collaborano in pastorale. Ma il riferimento principale è la Carta d’intenti (2021).

Si tratterà da subito di preparare l’incontro unitario dei Consigli pastorali delle parrocchie in collaborazione pastorale. Ci sono già Consigli pastorali parrocchiali unitari che rispecchiano tale mappa. Per tutti gli altri è necessario che ci si incontri insieme facendo diventare unitaria l’attività consiliare. È decisivo che si imposti da subito la vita pastorale delle comunità cercando di mettere in atto i quattro criteri di collaborazione presentati al n. 6 della Carta d’Intenti. È bene che le comunità parrocchiali attivino incontri di conoscenza vicendevole, di ascolto e di discernimento condiviso per entrare “in collaborazione” e per vivere sul serio questa prospettiva, progettando insieme le iniziative pastorali, la vita liturgica e l’esercizio della carità. Vanno poi pensati e progettati insieme i cammini catechistici dei ragazzi e degli adolescenti, assumendo la proposta diocesana dei sei itinerari, presentata alla diocesi il 6 ottobre e a disposizione sul sito diocesano.

  • Il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale

Il cammino che la nostra diocesi sta compiendo per favorire la collaborazione tra le comunità parrocchiali – quali “comunità sorelle” – chiede una cura particolare nel radicare spiritualmente questi passaggi e cambiamenti pastorali e nell’attivare una formazione delle persone e delle comunità che attinga continuamente alla Parola di Dio. Anche i tanti servizi attivati in comunità e le tante cose da fare in pastorale necessitano di ritrovare e approfondire la loro motivazione spirituale per saper riconoscere, custodire e coltivare il bene seminato ovunque.

Ed ecco la domanda di fondo per questo cantiere sinodale: come possiamo “camminare insieme” nel riscoprire la radice spirituale (“la parte migliore”) del nostro servizio?

Seconda fase: realizzare più distesamente e profondamente i cantieri sinodali – dopo il tempo di Natale e per tutta la Quaresima.

In questa seconda fase prosegue l’impegno di conoscenza e di prossimità tra le comunità parrocchiali per consolidare la collaborazione nella vita pastorale. È anche un tempo in cui le comunità parrocchiali hanno l’opportunità di attivare iniziative ed esperienze formative. Corrisponde al tempo in cui, nello scorso anno, abbiamo sperimentato i “gruppi sinodali”. Per queste motivazioni contestuali nella seconda fase potrebbe concentrarsi l’impegno per attivare i cantieri sinodali. In particolare si propone di attivare il cantiere della strada e del villaggio, secondo la proposta fatta dal Gruppo di coordinamento nazionale (cfr. Vademecum, scheda 1, p. 8).

  • Il cantiere della strada e del villaggio

Questo cantiere permette un ascolto più coraggioso che raggiunga i “mondi vitali” che solitamente ci sfuggono. C’è “un mondo” dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani che oggi ci sembra irraggiungibile. Ci sono “fronti” che solitamente non consideriamo, non raggiungiamo e non coinvolgiamo. Ci sono condizioni di vita complesse e in difficoltà da riconoscere. È un cantiere che si inoltra a incontrare persone, situazioni ed esperienze non ancora ascoltate. L’espressione di “Chiesa in uscita” si fa qui un’opportunità da realizzare.

Ed ecco la domanda di fondo per questo tipo di cantieri sinodali: come il nostro “camminare insieme” può creare spazi di ascolto reale della strada e del villaggio?

Terza fase: rinnovare i Consigli pastorali – dopo la Quaresima fino all’inizio del periodo estivo.

Abbiamo sperimentato per un quinquennio i Consigli pastorali parrocchiali, anche nella modalità di Consigli pastorali parrocchiali unitari, seguendo le Indicazioni diocesane pubblicate l’8 ottobre 2017. Il rinnovo dei Consigli pastorali in diocesi è previsto nella parte finale dell’anno pastorale 2022-2023, prima del periodo estivo. Rinnovare i CPP/CPPU non è certamente un’operazione “burocratica”, ma comporta una maturazione comunitaria che si sviluppa in un crescente senso di ospitalità, nello stile di corresponsabilità e promuovendo relazioni di vicendevole riconoscimento e fiducia.

Per questo rinnovo è possibile prevedere dei percorsi parrocchiali e inter-parrocchiali che sensibilizzino sul significato ecclesiale e pastorale della scelta dei candidati e sulle modalità per affidare loro il mandato di consiglieri. Il CPD nell’incontro del 28 settembre ha riflettuto su alcune necessarie integrazioni da apportare alle Indicazioni diocesane del 2017.

  • Il cantiere dell’ospitalità e della casa

Nel processo di rinnovo dei CPP/CPPU è auspicabile attivare questo cantiere per approfondire la tensione dinamica tra fraternità e missione nella Chiesa e per riconoscere nel contesto odierno la mission di tale organismo di partecipazione e di comunione/missione. Il cammino sinodale è finalizzato a esprimere più convintamente il volto sinodale delle comunità ecclesiali. Si colloca opportunamente in questa finalità il rinnovo dei CPP/CPPU.

Ed ecco la domanda di fondo per questo cantiere sinodale: come possiamo “camminare insieme” nella corresponsabilità?

Il “quarto” cantiere… (eventuale scelta diocesana) resta una possibilità da pensare.

Nel Vademecum è proposta una metodologia a cui riferirsi nell’impostare i cantieri sinodali. Sono suggeriti tre passaggi:

  • Riconoscere, delimitando l’ambito di riferimento del cantiere,
  • Interpretare, approfondendo l’ascolto,
  • Scegliere, costruendo la possibilità di “passi da fare”.

Lo sviluppo di queste indicazioni di cammino rimane aperto. Ci aiuteremo a discernere ulteriormente quanto lo Spirito oggi dice alle Chiese…

In tutto questo confidiamo nell’accompagnamento dello Spirito Santo e nell’intercessione del beato Giovanni Paolo I.

Belluno, 11 ottobre 2022
60° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II

+ Renato Marangoni

11-10-2022