Gn 14,18-20; Sal 109 (110); 1 Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17
Dalla solennità della Trinità – un modo molto imbarazzato di dire la realtà straordinaria dell’amore di Dio che Gesù ci ha raccontato, parlandoci del “Padre mio e Padre vostro” e promettendoci lo Spirito Santo come forza d’amore donato in pienezza con la sua risurrezione – a questa celebrazione particolare che si concentra su un po’ di pane e su un po’ di vino da ricevere come il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore. Ci muoviamo su un confine di mistero che ci suggerisce di non essere né banali, né di voler spiegare tutto, né di esagerare mistificando i significati più semplici e più profondi che lo stesso pane e vino rappresentano per la nostra vita e per come li ha intesi Gesù.
Questa celebrazione nasce molto lontana nel tempo – nel 13° secolo – con intento piuttosto polemico.
Oggi – in questo giorno, dopo le celebrazioni pasquali – ci riporta al segno che Gesù ha desiderato rimanesse tra i suoi per tenere viva la memoria di Lui, crocifisso e risorto. Lo ha ricordato Paolo nella seconda lettura, scrivendo alla comunità ecclesiale di Corinto.
Ci potremmo chiedere come noi siamo giunti – dopo la celebrazione della Pasqua – a questo momento, oggi…
Come la Pasqua ha inondato la nostra vita, come l’ha toccata, come l’ha cambiata.
Dovremmo essere giunti al punto in cui Gesù prende l’iniziativa, ci sollecita e ci induce a fare qualcosa: «Voi stessi date loro da mangiare». I Dodici hanno un’altra preoccupazione, forse più realistica e più praticabile.
Ma Gesù li coinvolge – «Voi stessi…». In che cosa innanzitutto? L’evangelista dice quello che Gesù sta facendo: «prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure».
Ecco dove Gesù ci interpella: nel parlare del Regno di Dio e nel guarire e curare chi ha bisogno…
Ma noi come siamo coinvolti con il Regno di Dio? Che cosa attendiamo? Per che cosa ci spendiamo?
E, poi, come la nostra vita e la nostra concreta testimonianza si traduce in cura e guarigione nei nostri rapporti con le persone, con le situazioni di vita che attraversiamo?
Oggi il “pane spezzato” da Gesù e il “vino versato” sono annuncio del Regno di Dio e cura e guarigione delle persone, delle comunità, di questa umanità.