1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 83(84) vv 3,4,5,10,11abc; Lc 6,43-49
«Che si costruisca qui una cappella»: Bernardette ha raccolto il desiderio di Maria a riguardo di questo luogo. Maria desidera abitare la nostra fragile umanità. Qui a Lourdes siamo invitati a lasciarci inondare da questo suo desiderio. Una “cappella qui” è come il grembo accogliente della madre. Maria desidera essere tra noi un raggio della luce di Dio, un abbraccio del suo affetto, un lembo della sua tenerezza.
Anche noi nel salmo 83 abbiamo dato voce al desiderio che sgorga dal cuore del Popolo di Dio: «L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore».
In corrispondenza al desiderio di Maria, noi nutriamo un sentimento trepidante di fronte all’abitare di Dio. Vorremmo conoscere la sua casa, entrare nel suo mistero, percepire i palpiti del suo cuore, accarezzare la sua vita.
C’è in noi ancora l’eco della parola struggente di Geremia che abbiamo ascoltato nella Liturgia di domenica scorsa: «Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo».
Ecco perché anche noi possiamo “anelare” e “desiderare” «gli atri del Signore». Quando cerchiamo la vita, la sua guarigione e la sua consolazione, nel nostro profondo noi desideriamo Dio, aneliamo la sua bontà, attendiamo il suo amore. Ci ha detto l’apostolo Paolo: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?». Noi siamo stupiti di questa verità che salva le nostre vite. Tutto il mondo ne è coinvolto. Maria, che chiede una cappella qui, vuole raccontare questa meraviglia di Dio. Lei vuole dirci che è possibile a Dio prendere dimora in noi e tra noi. Se noi diventiamo “edificio di Dio”, se siamo “suo tempio”, tutto di noi è trasfigurato. Come ha detto Gesù nella parabola riportata dall’evangelista Matteo, la nostra vita e perfino questo mondo che Dio ha desiderato, creato, amato, salvato, sono come una casa costruita su uno scavo profondo con delle fondamenta poste sulla roccia. Poi può anche venire la piena e il fiume investirla, ma niente riuscirà a smuoverla perché è stata costruita bene da Dio. Gesù, nella sua Pasqua, ci ha radicati nella Parola di Dio che è Vita, è amore, è perdono, è guarigione, è Passione e Risurrezione.
Gesù ci dà fiducia: ci dice che possiamo essere “uomini buoni”, “donne buone” che possono trarre fuori dal proprio cuore il bene.
Maria – in questi giorni che trascorriamo qui a Lourdes – ci coinvolge nel costruire la casa del bene, a scavare profondo in noi, a radicare le nostre vite sulla Roccia che è la Parola con cui Dio ci raggiunge, a collocarci sul fondamento che è Cristo Gesù.
Auguro di cuore che nei vostri desideri, nei vostri pensieri, nei vostri affetti abiti e infonda speranza la bella immagine del salmo 83: «Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore, mio re e mio Dio».