È apparsa la grazia di Dio

Nella Notte del Natale del Signore - Cattedrale di Belluno
24-12-2023

Isaia 9,1-6; Sal 95 (96); Tito 2,11-14; Luca 2,1-14

 

«La grazia di Dio [che è apparsa] porta salvezza a tutti e ci insegna […] a vivere in questo mondo». Sembra un’annotazione marginale. L’abbiamo ascoltata nella seconda lettura. Appartiene a una lettera attribuita all’apostolo Paolo e scritta a Tito. Probabilmente all’incirca 75 anni dopo la nascita di Gesù. Tito apparteneva alla comunità dei discepoli che viveva a Creta. Siamo anche fuori dei confini della Palestina del primo secolo. Questa lettera sembra avvicinarsi a noi nel tempo e nello spazio. Mi ha personalmente suscitato una domanda per tutto quello che sta succedendo in questo nostro mondo, per lo smarrimento che spesso si annida nei nostri pensieri e nei nostri sentimenti, anche nelle nostre relazioni. Siamo stati, infatti, molto colpiti, negli ultimi tempi, da molteplici forme di violenza, come se questa si sia ulteriormente intensificata. La sensazione che essa possa prendere il sopravvento, travolgendo il tessuto di bene già maturato, è possibile in noi; addirittura innesca nuove paure.

Ed ecco la domanda: ma noi sappiamo vivere in questo mondo? Sembra di essere nel punto in cui è necessario per tutti e ancora una volta “imparare a vivere in questo mondo”.

A Betlemme con la nascita da Maria del suo primogenito, poi «avvolto in fasce e posto in una mangiatoia», si impara a vivere in questo mondo.

Sì, è proprio così: la grazia di Dio è apparsa per insegnarci questo. E si tratta di un Amore che non si è smarrito, che non ha per nulla mollato questo mondo, ma ne è appassionatamente affezionato. C’è qualcosa di unico a Betlemme: un amore così esile e fragile «porta salvezza a tutti». E noi solo perché amati e salvati possiamo imparare a vivere in questo mondo. Infatti chi ci ha insegnato la vita? Chi ci ha amato.

Desidero condividere con voi l’incontro di stamattina con i detenuti nella casa circondariale di Belluno. Avevamo già iniziato la celebrazione, quando a un giovane di loro – proveniva dall’Africa – è stata data notizia che era nato il suo primogenito. Indescrivibile il salto di gioia che ha fatto e la forza di vita che si è sprigionata. Tutti gli altri hanno esultato con lui. Per un attimo tutte quelle vite inquiete sembravano illuminate da luce nuova. Il nascere di figlio, di una figlia ci trasforma e cambia il mondo.

Così ho cercato di dire loro che tutti siamo stati dati alla luce e che siamo venuti a questo mondo perché almeno un po’ di amore ci è stato dato. Noi tutti veniamo dalla luminosità dell’amore. C’è un inizio, una nascita di vita salvata in noi. Dunque possiamo ancora imparare a vivere in questo mondo, avvolgendolo e abbracciandolo nuovamente di quella luce di vita in cui ciascuno di noi è stato generato.

Inaspettato e sorprendente per noi è l’ineffabile Dio venuto a questo mondo così, dato alla luce: «È apparsa la grazia di Dio»!

Questo mistero rende possibile a tutti la vita in questo mondo, a qualsiasi età, in qualsiasi luogo, anche quando essa è fragile e ferita o sembra spegnersi.

Auguri: come il figlio di Maria, siamo stati dati alla luce anche noi!