È apparsa la grazia di Dio

Nel Natale del Signore - Messa della Notte – Cattedrale di Belluno
25-12-2016

Isaia 9,1-6; Sal 95 (96); Tito 2,11-14; Luca 2,1-14

Saluto ciascuno di voi – anche chi è con noi attraverso i mezzi di comunicazione – con la delicatezza con cui Paolo si è rivolto a Tito, suo collaboratore, e lo fa partecipe di una notizia di futuro a cui affidarsi:

«Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia, con pietà…».

Nel porgervi questo saluto e questo augurio, intendo anche adempiere ad un dovere assunto qualche ora fa nella Casa circondariale di questa nostra Città, lì dove, con i detenuti, abbiamo aperto le celebrazioni del Natale.

Ho promesso a loro che avrei portato qui a tutti voi il loro saluto, letto da Peter.

Mi pare sia il commento più appropriato alle parole di Paolo a Tito appena ascoltate:

«Vescovo Renato le do il benvenuto a nome di tutto il popolo carcerario. La ringrazio di essere qui con noi in questo momento di particolare difficoltà della nostra vita. Cristiani, mussulmani, ebrei e buddisti… abbiamo tutti una grande cosa che ci accomuna: Dio. In questo tempo qui dentro abbiamo la possibilità di migliorare i nostri pregi e limare i nostri difetti. Un regalo per questo Natale lo chiedo a nome di tutti: un pizzico di fede e una manciata di forza per continuare ad andare avanti con la consapevolezza che c’è un Dio che dall’alto ci protegge e che ci perdona, se abbiamo la forza di perdonare a noi stessi per primi. Ci aiuti ad avere un po’ più di rispetto gli uni verso gli altri perché il rispetto è fondamento di pace. Ci aiuti a fidarci del bambino di Betlemme. Ci aiuti a credere al perdono e alla pace. Grazie!».

Non ho altre parole da aggiungere.

Questa notte, in questo buio, con le oscurità che ciascuno di noi porta con sé, ecco l’annuncio di una grande gioia: Cristiani, mussulmani, ebrei e buddisti, abbiamo tutti una grande cosa che ci accomuna: Dio.

 Il segno donato a tutti è il parto di Maria che stanotte stiamo celebrando. Maria ha dato alla luce il figlio tra la fatica di un viaggio in condizione di precarietà e l’aprirsi del suo grembo. Dio è tutto lì.

Ognuno di noi è frutto di un parto. Qui ci sono molte madri che hanno dato alla luce uno o più figli.

Dio ha seguito questa via per essere “una grande cosa che ci accomuna”.

Non possiamo temere. Aiutiamoci a non temere, come è stato detto ai pastori che «furono presi da grande timore».

Auguro a tutti la gioia di questo annuncio.

Penso che la commossa richiesta di aiuto dei detenuti possa essere anche la nostra preghiera in questa notte:

Ci aiuti ad avere un po’ più di rispetto gli uni verso gli altri perché il rispetto è fondamento di pace. Ci aiuti a fidarci del bambino di Betlemme. Ci aiuti a credere al perdono e alla pace. Grazie.