Siamo qui perché “benedetti”

All'inizio dell'anno nel Seminario di Trento
13-10-2016

Questa circostanza di incontro e di celebrazione dell’Eucaristia ha una originalità bella e promettente!

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.

Siamo qui perché “benedetti”!

L’inno della lettera agli Efesini non ha esitazione nell’affermare che in Gesù Cristo il Padre «ci ha scelti prima della creazione del mondo».

Sorprendente questo legare la storia di ciascuno al mondo, all’atto di creazione di tutto questo scenario del creato e della storia. Il mondo ci appartiene perché in vista della sua creazione noi – ciascuno con la sua originalità e unicità – siamo stati chiamati, scelti, amati.

E, poi, come dice il salmo 138 intessuti nel grembo di questa terra.

Essere chiamati è innanzitutto venire in questo mondo.

Ecco, voi genitori, esprimete questa radicale chiamata. Grazie a voi!

Siamo qui perché sentiamo di abitare una “casa comune” – il mondo – a cui siamo stati affidati, per chiamata, per scelta, per dono.

Le nostre Chiese di Belluno-Feltre, di Bolzano-Bressanone, di Trento sentono il dono di questa “casa comune” che è il creato e la storia.

Siamo qui per queste origini di benedizione e ci aiutiamo ad alimentare un sogno che sfocia nella nostra passione pastorale, nel odo con cui le nostre Chiese stanno guardando al domani fino alla “pienezza dei tempi”:

«Ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra».  

Nel cuore dell’inno è svelata la bellezza più segreta di ciascuno di noi, la fisionomia che sta disegnando il meglio dei nostri volti: «gratificati nel Figlio amato»!

Noi vescovi auguriamo a ciascuno, ma in particolare a voi giovani che avete accolto il dono di condividere questo cammino formativo del Seminario il coraggio e la libertà di ricevere e di accogliere quell’amore enorme che ha il fine di gratificarvi e di farvi gustare la bellezza di gratificare chiunque possiate incontrare e conoscere.

Leggo così il “guai” pronunciato da Gesù e che abbiamo ascoltato. Il suo grido di richiamo è quello del “Figlio amato”, dunque “gratificato” che vuole condividere «la ricchezza della sua grazia».

«Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».

Noi siamo grati, a lui, il Figlio amato per questo orizzonte di verità e di libertà a cui ci apre.

Penso alla comunità degli educatori… Al loro delicato compito nell’iniziare voi giovani seminaristi e nell’accompagnarvi in questo affascinante cammino di amore…

Il Papa Francesco: «Tutto quanto è grande ha bisogno di un percorso per potervisi addentrare. Tanto più la Misericordia divina, che è inesauribile! Una volta afferrati dalla Misericordia, essa esige un percorso introduttivo, un cammino, una strada, una iniziazione… Siate Vescovi capaci di iniziare le vostre Chiese a questo abisso di amore. Oggi si chiede troppo frutto da alberi che non sono stati abbastanza coltivati. Si è perso il senso dell’iniziazione, e tuttavia nelle cose veramente essenziali della vita si accede soltanto mediante l’iniziazione».