Gli occhi di tutti erano fissi su di lui

Giovedì santo, omelia nella Messa del Crisma – Cattedrale di Belluno
29-03-2018

Is 61,1-3a.6a.8b-9; Sal 88 (89); 1 Gv 1,5-8; Lc 4,16-21

«Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui».

Mi chiedo se il nostro presbiterio qui ben rappresentato, se la nostra Chiesa, se le nostre comunità parrocchiali, se noi tutti abbiamo gli occhi fissi su di lui.

In questi giorni, in particolare, Gesù attira il nostro sguardo. Guardando a Lui il centurione sotto la croce dice: «Davvero quest’uomo era figlio di Dio!».

L’incipit dell’Apocalisse con intento profetico enuncia: «Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto».

Che cosa vediamo in Gesù?

Noi oggi siamo lì nella sinagoga di Nazareth. Gesù è tra noi, cioè tra coloro con cui è cresciuto. Se ci guardiamo attorno abbiamo mille segni di lui, forse troppi. Addirittura l’abbiamo fatto diventare un simbolo della nostra civiltà, una decorazione di tanti eventi e luoghi. E ci sentiamo in dovere di dire tante cose di lui.

Oggi, qui, tra i suoi, Gesù chiede di ascoltare la Scrittura. Ci avverte che essa si sta compiendo.

E Lui ci riconsegna parole profetiche con cui predilige farsi conoscere e incontrare: lieto annuncio, poveri, liberazione, capacità di vedere, libertà, grazia…

Mi chiedo se sono le parole della fede che professiamo, del ministero che esercitiamo, della testimonianza che diamo, dello stile con cui viviamo, dei pensieri con cui progettiamo, delle celebrazioni che facciamo…

Penso agli olii che oggi benediciamo. L’unzione, di cui parla Gesù nel Vangelo, è il gesto più espressivo per rappresentare come Dio si prenda cura delle persone e delle cose con cui entra in rapporto. Ungere è azione di guarigione, di cura, di abbellimento, di adesione, di fragranza, di gioia, di consacrazione, di vicendevole appartenenza, di comunicazione, secondo la creatività dello Spirito di Dio…

Fra qualche istante siamo chiamati come presbiterio di questa Chiesa di Belluno Feltre a rinnovare le promesse fatte il giorno dell’ordinazione. Penso che il gesto dell’unzione rappresenti efficacemente ciò che promettiamo. L’arte di ungere, la sollecitudine dell’unzione, l’azione discreta, rispettosa e delicata della mano che spalma l’olio… stanno ad indicare uno stile di pastorale, di missione, di incontro tra preti, di contatto reale con le persone.

È unzione, carissimi confratelli, anche la paziente e fiduciosa dedizione alle comunità parrocchiali, in un ministero che occorre ripensare perché sia declinabile con le parole che Gesù ci consegna: lieto annuncio, poveri, liberazione, capacità di vedere, libertà, grazia…

L’unzione significa anche affidare e condividere una missione. È unzione anche accompagnare il formarsi di un Consiglio pastorale. I passaggi che ciò comporta sono gesti di consacrazione, di condivisione, di vicendevole appartenenza, di missione.

Quando il nostro ministero è “unzione”, non diventa monotono, non è un “faccio da solo”, non si riduce al “si è fatto sempre così”.

Siamo qui attorniati da ragazzi, ragazze, adolescenti di cui sono impreziosite le nostre comunità. Sono un dono grande. Sono come un’unzione per le nostre comunità. Sono un “lieto annunzio” …

Nei giorni scorsi a Roma si sono incontrati giovani di tutto il mondo in preparazione al Sinodo del prossimo ottobre. Ci stanno aiutando ad alzare lo sguardo sul futuro. Ed ecco una piccola parte di quanto hanno consegnato a papa Francesco:

«Molte volte la Chiesa appare come troppo severa ed è spesso associata ad un eccessivo moralismo. A volte, nella Chiesa, è difficile superare la logica del “si è sempre fatto così”.  Abbiamo bisogno di una Chiesa accogliente e misericordiosa, che apprezza le sue radici e i suoi tesori, amando tutti. […] Vogliamo anche essere una presenza gioiosa e entusiasta e missionari all’interno della Chiesa».

Impariamo anche da loro l’unzione e insieme a loro, come nella sinagoga di Nazareth, fissiamo il nostro sguardo su Gesù, lui il “lieto annuncio” per tutti.

 

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All’inizio della celebrazione

Siamo qui, nel cuore della settimana santa, perchè, come ci dirà Gesù, “lo Spirito del Signore è su di noi”. È lui fonte di comunione ed è la forza della nostra adesione e testimonianza al Vangelo. Questa concelebrazione, in particolare, manifesta la comunione del presbiterio con il Vescovo. Per questo rinnoveremo le promesse fatte nell’ordinazione presbiterale. La nostra celebrazione è anche la benedizione degli Oli che esprimeranno il dono dello Spirito e della salvezza nele celebrazioni dei sacramenti.

Ricordiamo i confratelli che in quest’anno ci hanno lasciato, in particolare nella preghiera eucaristica, assieme ai Vescovi da cui abbiamo ricevuto l’ordinazione presbiterale e diaconale. Ci sentiamo uniti a coloro che non possono essere qui tra noi:

  • i presbiteri anziani e ammalati e coloro che presentano difficoltà: a loro un abbraccio fraterno;
  • don Bruno Soppelsa, Fidei donum e quelli chiamati a svolgere altri servizi fuori della nostra Diocesi, le missionarie e i missionari che servono il Vangelo in diversi continenti.
  • Il vescovo Giuseppe, di cui ieri ricorreva anche il compleanno.
  • L’arcivescovo Pietro Brollo, già nostro pastore.

Alcuni di noi hanno raggiunto tappe significative di ministero. Sono:

  • 70 anni: Giuseppe Peterle ordinati nel 1948
  • 60 anni: Fortunato De Pellegrin ordinati nel 1958
  • 50 anni: Gemo Bianchi, Sandro Capraro, Gino Dal Borgo, Maurizio Doriguzzi, Antonio Perotto, Luciano Saviane e Natale Trevisan, ordinati nel 1968.
  • 25 anni: Diego Bardin, Ivano Brambilla, Davide Fiocco e Robert Soccal, ordinati nel 1993.

A questa celebrazione partecipano anche alcuni presbiteri di altre nazionalità e diocesi che in questi giorni in prossimità della Pasqua, prestano il loro ministero nelle nostre parrocchie. Sentiamo di essere uniti a tutti coloro che seguono questa celebrazione in diretta televisiva, specialmente gli infermi, nelle case, negli ospedali e nelle case di riposo. Ma ora, nell’iniziare questa santa Eucaristia, poiché con la nostra vita non sempre abbiamo corrisposto all’unzione ricevuta da Colui che è il solo Santo, chiediamo perdono, implorando la misericordia divina.

 

Al termine della celebrazione

  • Gianpietro Pellegrini: conclude in questi giorni pasquali il suo ministero a Colle Santa Lucia, Pescul e Selva di Cadore e riprende il suo servizio nell’Istituto dei Padri Comboniani.
  • sabato 21 aprile, nel pomeriggio, qui in Cattedrale, il diacono Diego Puricelli della parrocchia di Santa Croce del Lago, sarà ordinato presbitero della nostra Chiesa di Belluno Feltre. Il venerdì precedente, alla sera, ci raccoglieremo in preghiera nella Veglia vocazionale, al santuario del Nevegal.
  • venerdì 4 maggio nella celebrazione dell’eucaristia serale in parrocchia di Santa Giustina, accoglieremo tra i candidati al diaconato e al presbiterato Andrea Canal, alunno del seminario.
  • Il gusto delle briciole. Giorni residenziali di condivisione e formazione per il nostro presbiterio. Due settimane: ad aprile al Cavallino, a giugno a Cortina d’Ampezzo
  • La lettera delle monache adoratrici perpetue del SS. Sacramento presenti nella Certosa di Vedana…