Il respiro del Risorto diventa il nostro respiro

Omelia nella solennità di Pentecoste – Cattedrale di Belluno
28-05-2023

At 2,1-11; Sl 103(104) ; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

Dove oggi ci conduce la celebrazione della Pentecoste? In quale situazione e tempo ci colloca la Pentecoste?

Il racconto evangelico ci porta nella sera di quel primo giorno della settimana che fin dall’inizio di questo tempo di Pasqua – da domenica 9 aprile – stiamo celebrando. Siamo dunque nel cuore e nel compimento della Pasqua di Gesù, quando – tra mille situazioni e timori, forse anche dubbi – tra i discepoli circola la notizia strabiliante che Gesù è risorto. Certamente Maria di Magdala ne è la fonte, ma con lei qualche altra donna. Nel racconto odierno l’evangelista dice che «erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei». Poi aggiunge: «Venne Gesù, stette in mezzo a loro».

Ecco dove siamo nella celebrazione della Pentecoste: chiusi nelle nostre titubanze e paure, piantati nelle nostre difese, sbarrati nello sguardo che non vede oltre le certezze già raggiunte, frenati nel movimento della fiducia da avere e dare, circoscritti nei confini del nostro gruppo di conoscenza e di frequentazione, sospettosi nella vita comunitaria, trattenuti dall’esporci troppo…

Questo breve racconto pasquale dell’evangelista Giovanni apre una breccia di cose nuove a cui aderire, di prospettive a cui affidarsi, di sguardi che sconfinano, di cuori che ardono… Gesù stando tra i suoi nel tempo nuovo della sua Pasqua fa precipitare un’immane sequenza di doni: la pace augurata e data ai discepoli, la rivelazione che Lui stesso è stato mandato dal Padre e, a sua volta, la missione che affida agli stessi discepoli, lo Spirito Santo che col suo soffio comunica a loro, collegandolo immediatamente al perdono da offrire a tutti e ovunque.

Nel quarto Vangelo in particolare, la Pasqua fa irrompere lo Spirito di Cristo risorto.

Un commento a questa celebrazione dice così: «Il respiro del Risorto diventa il respiro del cristiano: noi respiriamo lo Spirito santo! Ognuno di noi respira questo Spirito, anche se non sempre lo riconosciamo, anche se spesso lo rattristiamo e lo strozziamo in gola, nelle nostre rivolte, nei nostri rifiuti dell’amore e della vita di Dio narrataci da Gesù. Sì, il cristiano è colui che respira lo Spirito di Cristo, lo Spirito santo di Dio, e grazie a questo Spirito è santificato, prega il suo Signore, ama il suo prossimo».

Gradualmente, la Parola del Vangelo quando entra e dimora in noi ci predispone a questo respiro. La celebrazione dei sacramenti – il battesimo e l’unzione della cresima, così ogni celebrazione dell’Eucaristia sono una Pentecoste: “il respiro del Risorto diventa il nostro respiro”. Ed è vita piena che ancora per noi risulta incontenibile. Essa ci è realmente donata affinché l’opera di Dio che noi siamo – ciascuno! – giunga a maturazione e compimento. L’apostolo Paolo lo ricorda ai cristiani di Corinto: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per il bene comune».

Come abbiamo pregato nel salmo 103, tutta l’opera della creazione è investita dal respiro di Dio: «Quante sono le tue opere Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra». Ecco fin dove ci spinge lo Spirito del Risorto. Ecco a quale missione ci invia.

Questo risvolto universale, questa apertura su ogni tempo, su ogni luogo e, dunque, su ogni creatura ci chiede di essere una Chiesa “estroversa”. Nella pagina degli Atti degli Apostoli proclamata, ma poi in tante situazioni che succedono – pensiamo all’incontro di Pietro con Cornelio – i discepoli registrano l’azione dello Spirito anche fuori dei confini visibili della Chiesa: lo Spirito si conferma libero. Normalmente scende nel battesimo, ma a volte lo precede. Egli «soffia davvero dove vuole e sembra quasi che a volte la Chiesa lo debba inseguire» (Erio Castellucci).

Ecco perché siamo ogni giorno indotti dal respiro di Dio a cogliere le sue meraviglie sparse ovunque!