Insieme sui passi di Gesù

Il cammino quaresimale: lettera del Vescovo alle comunità parrocchiali, ai presbiteri e diaconi, ai consigli pastorali
22-02-2023

 

Carissime/i,

vorrei condividere il desiderio che anche il percorso quaresimale che ci accingiamo a iniziare arrechi gioia e fiducia. Lo auguro di cuore a tutte le comunità ecclesiali presenti nel territorio della diocesi. Mi immagino che il Signore Gesù abbia la stessa premura di effondere gioia e ispirare fiducia, in particolare nel tempo liturgico quaresimale in cui siamo invitati a ravvivare la chiamata e il dono di essere suoi discepoli e discepole. Siamo, dunque, sui suoi passi. A noi piace e sta a cuore andare a Lui. Papa Francesco nel suo messaggio – che vi invito a meditare – scrive: «Possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è “la Via”».

Se nelle nostre comunità succede di sentirci scoraggiati, sfiduciati e disamorati, significa che abbiamo perso di vista Lui, il Signore che ci ha chiamati a camminare al suo seguito. Anche nella prova, nella tentazione e in ogni caduta il Signore resta la sorgente della gioia e della fiducia.

Le cinque domeniche di Quaresima rappresentano delle oasi lungo questo nostro cammino per dissetarci, rigenerarci, iniziarci a un orizzonte sempre più pasquale.

Intendo qui concentrare in due attenzioni la “grazia” del cammino quaresimale che Papa Francesco definisce “sinodale”, perché «Gesù lo si segue insieme».

Faccio notare che non sto proponendo un’alternativa alla Parola di Dio che la liturgia ci dona in questo tempo e neppure un altro messaggio rispetto a quello di Francesco. Semplicemente attingo da essi e mi concentro su due messe a fuoco:

  1. «Ascoltatelo» (Mt 17,5);
  2. «Alzatevi e non temete» (Mt 17,6).
«Ascoltatelo» (Mt 17,5)

La voce del Padre è rivolta a noi. Il verbo ascoltare è al plurale. Una Chiesa che non sa ascoltare non intercetterà mai il Vangelo e non riuscirà a donare ciò che le è donato di più caro. Chi non ascolta, semplicemente non sa comunicare. Con verità guardiamo a ciò che stiamo sperimentando come Chiesa. In questa stagione “sinodale” ciò che più conta è ascoltare e ascoltarci, a partire dal primo ascolto: «Ascoltatelo» (Mt 17,5). In questo tempo di mille dispersioni, in cui siamo affetti dalla sensazione di aver perso credibilità presso la società odierna, le nostre comunità sono invitate innanzitutto ad ascoltare il Vangelo, prima ancora che proclamarlo e dichiararlo. Poco prima della voce che viene dal Padre e invita ad ascoltare il Figlio, nel Vangelo di Marco Gesù si rivolge così ai discepoli: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più» (4,24). Nel Vangelo di Luca Gesù evidenzia il “come” si ascolta: «Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere» (8,18). Nell’ascoltare c’è l’incontro autentico, coinvolgente, rispettoso ed empatico dell’altro; c’è l’incontro che anche cambia noi stessi. Oggi nelle nostre comunità dovremmo avere il coraggio e la pazienza di incontrarci così tra discepoli e discepole di Gesù e questo, di conseguenza, sarà il modo con cui raggiungere e incontrare tutti coloro a cui siamo mandati.

Sia una Quaresima di ascolto, conforme alla consegna del Padre e ai pressanti appelli di Gesù.

Questo è anche il “cammino sinodale” che stiamo compiendo e così sono da intendersi i “cantieri sinodali”.

«Alzatevi e non temete» (Mt 17,6)

A volte le nostre parole, gli stati d’animo, i gesti che abbiamo nelle nostre comunità sembrano o ignorare o addirittura cancellare l’invito premuroso e benefico di Gesù: «Alzatevi e non temete». A chi ci guarda – non di rado – sembriamo “prostrati a terra”, come se avessimo esaurito l’entusiasmo della chiamata del Signore e, a volte, risultiamo intimoriti ed esitanti. Anche nelle condizioni di vita complesse e faticose che attraversiamo le parole di Gesù chiamano alla vita, ad “alzarci”, a reggere nella gioia e nella fiducia, a sentire e accogliere ancora il soffio vitale dello Spirito, ad affidarci alle “cose nuove” che Dio va compiendo per noi e con noi, ben oltre le “cose passate”.

In questa Quaresima lasceremo a Gesù che ci tocchi per davvero e ci solleciti a scendere dal monte per ripartire con gioia e fiducia?

Di questo incoraggiamento hanno bisogno le comunità parrocchiali con cui dovremmo collaborare, mettendo insieme i nostri cammini, le nostre risorse, i nostri bisogni, come anche i nostri sogni. Sapremo farlo solo se ci affidiamo alla parola rigenerante di Gesù.

La tentazione di lamentare tante realtà del passato perché “ormai esaurite”, ci fa male; a volte assume una negatività che strappa i germogli di bene. Dobbiamo vigilare e in questo aiutarci ad “alzarci e a non temere”.

Davanti a noi, sta anche l’impegno di rinnovo dei Consigli pastorali. La parola di Gesù ci sta sollecitando a vivere questo come un passaggio di fiducia e di gioia nelle nostre comunità. Non dimentichiamo anche in questo la sua parola: «Alzatevi e non temete».

Sia una Quaresima che ci fa rialzare e non temere, pur nelle tante discese dal monte della Trasfigurazione che siamo invitati a compiere. Così, in particolare, siano le nostre relazioni e la nostra partecipazione alla vita ecclesiale.

Affido questi “pensieri del cuore” a tutte le comunità ecclesiali; in special modo al presbiterio che vedo nella sua quotidiana fatica di ascolto e di servizio; ai Consigli pastorali perché, nella riconoscenza e nella responsabilità dell’ascolto, sappiano passare il testimone del loro servizio.

Un fremito di speranza viene dalle nuove generazioni. Comprendiamo il senso di vulnerabilità e di smarrimento che possono provare, ma cogliamo anche i molti loro aneliti e le loro domande “nuove” con cui ci stanno traducendo in linguaggi nuovi la sollecitante parola di Gesù: «Alzatevi e non temete».

Il Signore è davanti a noi. Coraggio!

+ Renato Marangoni