La Chiesa di Dio non ha porte chiuse

Mandato per Ministri straordinari della comunione
24-02-2024

Dt 26,16-19; Sl 119 (118); Mt 5,43-48

Carissime e carissimi, oggi siete qui a motivo di una chiamata d’amore e per un servire alla comunione eucaristica sia nella celebrazione dell’Eucaristia sia portando il sacramento del Corpo del Signore agli ammalati e agli infermi.

Noi oggi con questa Eucaristia di mandato esprimiamo il cuore dell’esperienza cristiana: l’Amore. La parola di Gesù è definitiva: «Ma io vi dico: amate…». Il ministero che vi viene oggi affidato rende manifesto nel vostro vivere, nel vostro agire e nel vostro servire l’Amore da cui tutti proveniamo e che continuamente salva e sostenta la nostra vita. Il nostro Battesimo è attestazione e consegna di tale Amore. Ma è anche una sorta di abilitazione a ricevere questo Amore per assimilarlo ed esprimerlo nella nostra vita, esercitandolo con tutto ciò che facciamo e con ciò che comunichiamo. È questo stesso Amore che diventa “servizio ecclesiale”, ministero ecclesiale. Oggi voi siete “mandati” per testimoniare tale Amore, per esercitarlo specificatamente in un atto ecclesiale che sta nel cuore dell’Eucaristia. Siete chiamati e mandati a rendere avvicinabile e possibile la comunione al sacramento del Corpo del Signore. È un servizio ecclesiale che si colloca nel contesto della celebrazione dell’Eucaristia e che va vissuto in accordo, in armonia, in corresponsabilità con tutti gli altri servizi che la celebrazione dell’Eucaristia attiva, in particolare con il ministero del prete che la presiede. Se aiutate e favorite la comunione eucaristica dei fedeli e in particolare di chi deve essere raggiunto nella situazione di infermità o di malattia o di impossibilità a farsi presente nell’assemblea liturgica, allora vi deve stare a cuore la comunione ecclesiale, la cura per l’assemblea che si raduna nel nome del Signore. Si tratta di appassionarsi della vita delle vostre comunità, di sentirsi di esse parte viva e generosa, di liberare energia di bene nelle relazioni che instaurerete.

Mi immagino che siate, dunque, affascinati da quel “camminare insieme” che, secondo papa Francesco, è ciò che Dio si attende dalla Chiesa in questo terzo millennio.

Per voi la comunione eucaristica che favorite e servite è anche la gioia di dedicarvi alla comunione di vita che deve animare le nostre comunità e farle crescere come “comunità sorelle”.

Ed ora desidero accennare alla sfida che ci pone il Vangelo di oggi. Gesù ci dice: «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». Il motivo è unico: Dio ha figli e figlie ovunque. Nessuno di noi può dividere i figli e le figlie di Dio, neppure possiamo farlo verso coloro che riteniamo “cattivi”. Anzi proprio lì occorre manifestare quell’Amore di Dio che è come il sole e la pioggia che non fanno distinzioni tra cattivi e buoni, tra giusti e ingiusti.

Allora – immagino – che con le vostre buone parole, con il vostro stile di vita, con ciò che operate con il vostro servizio, sempre deve apparire che la Chiesa di Dio non ha porte chiuse, non ha giudizi di condanna, non ha paura di uscire e di invitare a comunione, di scoprire ovunque il bene per accrescerlo.

Oggi mentre ricevete il mandato ecclesiale per essere nelle vostre comunità “ministri straordinari della comunione eucaristica”: collocate all’inizio e a fondamento del vostro servizio le parole che Gesù ci ha rivolto: «Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».