La gioia e la fatica di camminare insieme

In occasione dell'annuncio dell'elezione a Vescovo di Belluno-Feltre
10-02-2016

Permettete un semplice pensiero. Il giorno della prima telefonata – 26 gennaio – era la memoria dei santi Timoteo e Tito. Nella prima lettura l’Apostolo scrive a Timoteo – è la sua seconda lettera – e lo rassicura: «Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo, infatti, della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Loide e tua madre Eunice, e che ora ne sono certo, è anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani».

Volevo dirvi che nella più o meno dritta mia vicenda ci sono tante presenze come nonna Loide e mamma Eunice. Ci siete anche voi… Sono tante le mani che sento imposte su di me e che hanno ravvivato e ravvivano ora e ravviveranno ancora il dono di Dio…

È la piccola verità – esile ma amante – di cui posso farmi portatore… Grazie!

Se guardo furtivamente anche solo agli anni di ministero presbiterale, posso simbolicamente richiamare alla memoria alcune di queste mani.

I giovani universitari con i quali ho condiviso 16 anni di ministero mi hanno ravvivato il dono di Dio come non mai… Mi viene in mente l’immagine biblica del vasaio che prende la creta, in parte già modellata, e la riplasma: stessa creta ma un vaso nuovo!

Dal 2000 un curioso intreccio tra settimane di Borca, formazione permanente, narrazione della fede e ufficio di pastorale delle famiglia con una immersione come non mai nel vissuto degli affetti e delle relazioni: immaginate che imposizione delle mani è stata questa!

Ed ecco la Diocesi con i suoi vicariati e le sue comunità locali, gli Organismi di comunione, le varie Presidenze, in particolare quella del Consiglio pastorale diocesano, gli operatori pastorali, il Coordinamento diocesano di pastorale con i direttori degli uffici – e qui permettete che pronunci solo un nome… Maristella… – poi tutto il personale, infine la successione dei vescovi (Antonio e Claudio; agli inizi: Girolamo e Filippo), il vicario generale d. Paolo, ora i nuovi vicari episcopali, gli amici preti di Casa Pio X…

Sì, anche lacrime e nostalgia, come ricorda l’Apostolo a Timoteo, che anche ho provocato, ma ora raccolgo le mani imposte che ravvivano. Grazie!

Per chiudere, vi prego di non mollare ad imporre queste vostre mani e vi chiedo di sostenermi in una preghiera che sento molto fin dagli inizi del ministero. L’ho raccolta dal salmo 69:

«Chi spera in te, per colpa mia, non sia confuso, Signore… Per causa mia non si vergogni chi ti cerca, Dio…».

Ed ora guardando alla Chiesa che è in Belluno-Feltre, ho fiducia della imposizione delle molte mani che inizierà e ravviverà il dono di Dio…

Solo vi leggo un passaggio del saluto che ho inviato:

Permettetemi un ulteriore sentimento, riguarda lo scenario stupendo delle vostre montagne che tanto ho ammirato e frequentato. Ora scopro che quel fascino anticipava la gioia e la fatica di camminare insieme, di esserci gli uni per gli altri, di salire insieme verso una speranza che non abbia fine e che sia per tutti, donne e uomini di qualsiasi appartenenza.