Saluto all’assemblea del neovescovo Renato

Ordinazione episcopale di mons. Renato Marangoni vescovo di Belluno-Feltre
10-04-2016

Cattedrale di Padova – 10 aprile 2016

Un abbraccio di pace e di fiducia a ciascuno di voi: a voi che siete qui in basilica, ma anche a quanti sono partecipi tramite Telechiara, Telebelluno, Bluradioveneto e attraverso internet.

La celebrazione è stata impegnativa per tutti, in particolare per chi l’ha preparata. Grazie!

Ci ritorna l’eco della seconda lettura – dall’Apocalisse – in cui «Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare… dicevano: “A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli”».

Vi assicuro che niente di quello che è avvenuto oggi lo sento solo per me.

Percorrendo la navata centrale della basilica sento di avervi attraversati tutti, perché – in forme e modi diversi – ciascuno di voi ha attraversato la mia vita anche semplicemente come in un sentiero a volte appena tracciato o impervio. Grazie!

Non vi nascondo che vorrei fosse realizzabile subito quello che dicono i sei discepoli a Simon Pietro: «Veniamo anche noi con te».

Mi conforta che questi desideri ed emozioni del cuore siano nel Vangelo di Gesù.

Penso a questa Chiesa di Padova che mi ha dato il dono e il coraggio di dire: «Io vado a pescare».

Ora posso anche confidarle che sono stato consapevole, seppure tra timori ed esitazioni, delle “notti in cui non si prendeva nulla”. Questa Chiesa mi ha svelato che anche questo è nel Vangelo, anzi nel Vangelo del Risorto. Grazie!

Come i discepoli presso il lago di Tiberiade, in più occasioni – all’alba di tante esperienze – ci siamo chiesti se era Gesù a stare sulla riva, se era il suo Vangelo quello che ci si accingeva a progettare e a mettere in pratica.

Nello sconfinato territorio della Diocesi posso attestare di aver trovato “discepoli che Gesù amava” in ogni comunità incontrata, soprattutto nella più piccola e più bisognosa. Proprio loro mi hanno fatto comprendere le parole che Simon Pietro si è sentito dire: «È il Signore!».

Abbiamo gettato insieme le reti:

  • con i giovani universitari con cui ho condiviso anni incancellabili sia a Roma sia a Padova;
  • con donne e uomini nella loro vocazione all’amore e alla famiglia, toccando con mano gioie e fatiche di questa chiamata;
  • con il presbiterio di questa Chiesa specialmente nell’avventura della formazione permanente e nella ricerca di una serenità di vita e di ministero più prossima;
  • con le persone impegnate negli organismi di comunione e in curia;
  • con le tantissime persone a servizio delle comunità, testimoni del vangelo ovunque;
  • con quanti vivono l’esperienza nelle associazioni laicali e nei movimenti ecclesiali;
  • con donne e uomini che, per vocazione, vivono una vita consacrata;
  • con chi ha sofferto e ha portato il peso della notte e della rete vuota.

Grazie!

Nella Chiesa di Padova quattro Vescovi mi hanno coinvolto nel loro gettare le reti:

  • Girolamo Bortignon, che mi ordinò diacono e che mi ha preceduto nella Chiesa di Belluno-Feltre;
  • Filippo Franceschi che mi ha ordinato prete, operando le prime scelte per l’esercizio del mio ministero;
  • Antonio Mattiazzo a cui va la mia gratitudine per aver anticipato il rientro dall’Etiopia: con lui sono avvenuti tanti passaggi in questi complessi anni di cambiamenti pastorali;
  • infine il vescovo Claudio il suo iniziare da vescovo ha gettato luce offrendo fraterna amicizia per questo mio inizio…

Sulla scia di questi “nostri” vescovi padovani permettete che esprima un sentimento e un impegno di fraternità verso il Patriarca e i Vescovi della regione ecclesiale del Triveneto, in particolare nei confronti del mio predecessore il Vescovo Giuseppe che sento vicino nel ministero.

Con loro nella circostanza del II Convegno ecclesiale triveneto – Aquileia 2 – si sono condivisi momenti promettenti di conoscenza e collaborazione.

Un grazie a tutti i fratelli nell’episcopato qui presenti a indicare una collegialità che è nel cuore del ministero episcopale.

Con loro e con voi tutti il pensiero – altamente riconoscente – va a papa Francesco a cui auguriamo – e per questo preghiamo – “la gioia del vangelo” e “la letizia dell’amore”.

Ed ora dalla barca del racconto evangelico vorrei scendere a terra, di fronte a un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane… sapendo bene che c’è il Signore, perché è sempre lui ad invitare: «Venite a mangiare».

Vorrei anche andare oltre la sorpresa per la rete piena di 153 grossi pesci e indugiare, invece, nel tempo successivo, quello delle domande più profonde e più coinvolgenti, quelle che ti lasciano con il fiato sospeso e il cuore sobbalzato…

Sì, raccolgo dalla Chiesa di Belluno-Feltre la domanda posta per ben tre volte da Gesù a Pietro: «Mi ami?». Sento, Chiesa di Dio che è in Belluno-Feltre. il tuo coraggio e la tua fiducia nel chiedermi e sollecitarmi: «Mi vuoi bene?».

Eccoti, Chiesa di Dio: «Tu sai che ti voglio bene!».

Cercherò di tenderti le mani, di lasciarmi vestire, di lasciarmi portare…

Mi farai conoscere le tue attese, i tuoi bisogni, le tue preziosità…

Affidandomi al Signore, mi consegno a te!

Accanto a queste parole pongo un abbraccio di riconoscenza a mia sorella Anna, al cognato Claudio, ai nipoti Nicola e Daniele. La loro vicinanza – sempre a disposizione – rendono vivo il ricordo di mia mamma Lucia, a un anno dalla sua morte, e quella di papà Marcello.

Un abbraccio alle zie qui presenti, unitamente alle zie in Australia e in Argentina che tengono viva una storia di emigrazione che ci appartiene… con tutti i familiari e parenti.

Ringrazio la comunità di Crespano del Grappa, comunità e terra di origine, qui rappresentata da amici e conoscenti e da don Francesco.

Uno sguardo di stima e di incoraggiamento a chi rappresenta la cittadinanza civile: ai Sindaci di Padova e di Crespano; ai Sindaci di Belluno e di Feltre a cui esprimo il mio “arrivederci”.

In voi e in tutte le autorità qui presenti intendiamo riconoscere e apprezzare, come anche sollecitare, il vostro servizio di giustizia e di misericordia che il Bene comune – presente e futuro – chiede ed esige.

Grazie!

E ora invochiamo la benedizione di Dio, perché resti in noi tutti e porti il suo frutto la parola del Risorto consegnata a Maria di Màgdala:

«Va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”» (Gv 20,17b).