L’abbiamo riconosciuto nello spezzare il pane

Omelia alla Messa vespertina di Pasqua – Cattedrale di Belluno
31-03-2024

At 10,34a.37-43; Sl 117(118) ; Col 3,1-4; Lc 24,13-35

A che punto siamo del nostro cammino e noi come siamo mentre lo percorriamo? Sono domande che ci possiamo porre nel momento in cui ci immaginiamo anche noi sulla via di cui ci ha raccontato l’evangelista Luca. Forse comprendiamo meglio noi oggi quanto narrato da Luca. Ci assomigliano molto quei due discepoli che se ne vanno a casa, ad Emmaus, disillusi dopo di essere stati attratti da Gesù e di essersi coinvolti nella sua vicenda. Nel loro racconto c’è il motivo del loro ritiro: «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele».

Li comprendiamo, perché quando si hanno delle idee, si sono pensati dei progetti; quando abbiamo in mente di raggiungere una certa meta, non c’è posto per altro. Non si è disposti a fare spazio ad altre proposte. Creare in se stessi un vuoto per affidarsi a qualcun altro che sopraggiunge e scombina i nostri pensieri e apre un’altra possibilità a cui dedicarsi… comporta un’inversione di rotta, una flessibilità nell’orientarci, la disponibilità ad affidarsi e a cambiare. Tutto questo è possibile con un investimento di libertà e di coraggio non indifferenti.

Di queste esitazioni, di tali timori, di simili tentennamenti, i racconti attorno agli eventi della passione di Gesù, della sua crocifissione e morte, della sua sepoltura e del sepolcro vuoto, sono ben dotati. Gli evangelisti sono stati davvero onesti nel riportarli. Sono importanti per noi, appunto per il nostro cammino, per le strade che noi oggi stiamo percorrendo.

Ieri sera, nella Veglia pasquale, il racconto dell’evangelista Marco descriveva l’andata al sepolcro di Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme. Giunte alla meta si sentono dire: «È risorto, non è qui» (Mc 16,6). E immediatamente sono invitate a riprendere il cammino, anzi ad aprirne uno nuovo: «Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

Nel racconto di Luca precedente ai fatti di Emmaus, è descritto che il gruppo di donne «che erano venute con Gesù dalla Galilea», in quel «primo giorno della settimana, al mattino presto si recano al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato». Non trovano il corpo di Gesù e si presentano loro due uomini «in abito sfolgorante» che dicono: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto». Tornano dal sepolcro e annunciano questo «agli Undici e a tutti gli altri» (cfr. Lc 24,5-9). A sua volta Pietro si alza e corre al sepolcro.

Nelle celebrazioni di stamattina abbiamo ascoltato la prima scena di quel “primo giorno”. Protagonista è Maria di Màgdala che va al sepolcro, lo trova vuoto. Poi è detto che «Corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava». Anche qui si aprono ulteriori cammini: «Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo […] ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva».

Attorno al vuoto del sepolcro che scombina tutti i pensieri e le attese precedenti, c’è qualcosa di nuovo che albeggia. Gli evangelisti indugiano nell’immagine del mettersi in cammino.

L’annuncio che Gesù non è in un luogo di morte, ma è vivo, perché risorto, inaugura un cammino nuovo. Nel momento in cui i discepoli e le discepole di Gesù, si lasciano liberare dalle loro supposizioni, dalle loro delusioni, dalle loro paure, dalle loro incomprensioni, dalle loro resistenze, dai loro rinnegamenti e tradimenti, il Risorto si fa presente. È una presenza altra che Lui aveva promesso: «Io vivo e voi vivrete» (Gv 14,19). L’evangelista Luca nel raccontare il cammino di quella sera del primo giorno della settimana, ci sollecita: voi discepoli di Gesù, il Risorto, siete lì. Il cammino originato dalla risurrezione di Gesù è nuovo: parte da Gesù risorto ma riguarda anche noi. Siamo sempre chiamati a immetterci in esso. Con altre parole, lo ha ricordato l’apostolo Paolo nella seconda lettura: «La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria».

Questa sera siamo qui per sostenerci a vicenda, per incoraggiarci vicendevolmente a fidarci del Risorto circa la strada da Lui aperta. Ci chiama a percorrerla da discepoli questo. Lui ci affiancherà e noi potremmo percorrerla ritrovando fiducia e speranza per poi anche annunciarla con amore: «Davvero il Signore è risorto! L’abbiamo riconosciuto nello spezzare il pane».