Nella notte in cui veniva tradito

Omelia nella Cena del Signore – Cattedrale di Belluno
29-03-2018

Es 12,1-8.11-14; Sal 115 (116); 1 Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

Eccoci qui, «nella notte in cui [Gesù] veniva tradito». Nel racconto dell’Esodo è detto: «Questo giorno sarà per voi un memoriale». Paolo ai cristiani di Corinto spiega che cosa avviene: «Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga».

Colpisce che un atto di tradimento faccia precipitare la situazione. Prima che i vangeli raccontino dell’iniziativa di Giuda, anche Gesù sembra tergiversare e attendere come se dovesse ancora capitare qualcosa.

Ad un certo punto i quattro evangelisti – come anche lo stesso Paolo nella lettera appena proclamata – attestano l’enigma del tradimento di Gesù nel bel mezzo di un’amicizia e di una condivisione di ideali e sogni. L’evangelista Giovanni spiega questo tradimento con un’azione misteriosa del diavolo. Dice che egli opera nel cuore di Giuda.

Qualche versetto più avanti mentre Gesù e i discepoli stanno cenando, egli si confida: «Uno di voi mi tradirà». C’è smarrimento nei discepoli. Pietro reagisce. L’evangelista commenta: «Nessuno dei commensali capì perché [Gesù] avesse detto questo».

 

Un grande gesto d’amore – chinarsi e lavare i piedi come un servo – è compiuto da Gesù nella notte del suo tradimento, quando tutto sembra oscurare la vita, spegnerla e sopprimerla; quando l’amore sembra contraddetto; quando la fiducia sembra rinnegata; quando viene la voglia di gettare la spugna; quando non si può più riporre la speranza in coloro che sono vicini e si sono promessi…

Gesù avverte Pietro che non può capire ciò che egli sta facendo.

Il racconto dell’evangelista è intenso. Gesù fa un gesto inspiegabile in quel contesto di buio e di caduta della vita e dell’amore: «Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli».

E Gesù stasera sta chiedendo a noi, a ciascuno: «Capite quello che ho fatto per voi?».

Paolo chiamerà tutto questo: “scandalo della croce” e “follia di Dio”.

«È la Pasqua del Signore!».

Sì, Gesù ci fa comprendere e ci porta a sperimentare che Dio è tutto in questa carica d’amore.

In questa sera quando le tenebre sembrano spegnere ogni germe di speranza, Gesù riaccende la vita: «Questo è il mio corpo che è per voi… questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue».

“Prendete e mangiate… prendete e bevete…”!