Parlare con il cuore

Durante l’Eucaristia con i giornalisti nella ricorrenza del patrono, San Francesco di Sales - Belluno, Chiesa di San Rocco
26-01-2023

2Tim 1,1-8; Sl 95 (96); Lc 10,1-9

Accanto a San Francesco di Sales patrono dei giornalisti che abbiamo venerato il 24 gennaio, la liturgia ci fa celebrare oggi la memoria dei santi Timoteo e Tito, subito dopo la festa della Conversione di San Paolo. Queste figure – lontane dagli assalti devozionistici – esprimono la freschezza, la libertà e la creatività del Vangelo. Tutto questo sgorga sorgivo dalle parole di invio di Gesù stesso: «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Noi abbiamo fatto eco nel salmo responsoriale proclamando: «Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore».

Ginevra, Efeso, Creta, Damasco… sono città in cui i santi ricordati sono entrati, come Gesù aveva sollecitato. Loro sono entrati e hanno trovato accoglienza. Il Regno di Dio è vicinanza, è liberazione, guarigione, annuncio…

È davvero commovente quello che Paolo ormai anziano e prigioniero raccomanda a Timoteo che chiama “figlio carissimo”: «Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo».

Di fronte a queste testimonianze, noi oggi possiamo porci una domanda: dove ci porterà il Vangelo? Che cosa comporterà il suo annuncio e la sua azione nelle nostre città?

Non possiamo ignorare il chiaro avvertimento di Gesù, misurato sulla propria pelle: «Vi mando come agnelli in mezzo a lupi». La verità annunciata da Gesù è sul paradigma degli annunciatori che Egli «inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi». “Due a due”: anche la verità di Gesù è “a doppi pensieri”. Proprio così: messe abbondante e operai pochi; agnelli ma in mezzo ai lupi; la vostra pace scenderà altrimenti ritornerà a voi…

Ogni comunicatore vive in questa tensione, affronta questa crisi, attraversa questa prova.

Alla fine del suo messaggio per la prossima 57ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, papa Francesco scrive: «Dal cuore scaturiscono le parole giuste per diradare le ombre di un mondo chiuso e diviso ed edificare una civiltà migliore di quella che abbiamo ricevuto. È uno sforzo richiesto a ciascuno di noi, ma che richiama in particolare il senso di responsabilità degli operatori della comunicazione, affinché svolgano la propria professione come una missione». Immediatamente sopra aveva detto a riguardo della guerra: «In quanto cristiani, sappiamo che è proprio grazie alla conversione del cuore che si decide il destino della pace, poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano».

Penso che ci riconduca al tema della Giornata mondiale tutto questo: Parlare con il cuore. «Secondo verità nella carità» (Ef 4,15).

Riporto quanto dice il Papa di Francesco di Sales: «È a partire da questo “criterio dell’amore” che, attraverso i suoi scritti e la sua testimonianza di vita, il santo vescovo di Ginevra ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. […] Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive».

 

Per l’atto penitenziale: Kyrie eleison

Il Signore Gesù, Parola pura che sgorga dal cuore del Padre, ci aiuti a rendere la nostra comunicazione libera, pulita e cordiale.

Il Signore Gesù, Parola che si è fatta carne, ci aiuti a metterci in ascolto del palpito dei cuori, per riscoprirci fratelli e sorelle, e disarmare l’ostilità che divide.

 

Il Signore Gesù, Parola di verità e di amore, ci aiuti a dire la verità nella carità, per sentirci custodi gli uni degli altri.

 

(dal messaggio di Francesco)