Gt 13,14.17-20; Sl 26; Lc 11,27-28
“Festa del Voto”: nella vicenda di un popolo così nella storia di una città possiamo riconoscere un “votum”, ossia un desiderio e/o una promessa. Dalla proclamazione della Parola di Dio tale “votum” non può che riguardare il bene: «Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio». Sembra che la Parola di Dio ci induca a guardare altrove rispetto a ciò che è la visione delle cose che capitano e delle persone che avviciniamo. Questo “altrove” è una sfida. Ad ogni costo occorre mettersi alla ricerca di ogni bene possibile. Per questo c’è anche una lotta da sostenere. La vicenda di Giuditta – che il libro omonimo racconta – ha dei riferimenti storici, ma ciò che narra è una sorta di “novella” che diventa una “storia emblematica”. In essa emerge la continuità del progetto di bene uscito da Dio e che Egli continua a perseguire e realizzare. Le trame del potere che alimentano focolai di ingiustizia e di male nella storia si oppongono a Dio, sona la sua contro-figura, anzi sfigurano Dio. Nel libro di Giuditta appare un Dio contrapposto a tutti gli imperialismi storici. Il bene è dalla parte di Dio. Occorre, dunque, liberare la storia, ogni storia e collocarsi dalla parte del bene. La pagina che abbiamo letto è una grande lode, è un affidamento totale, è una benedizione rivolta a Dio. Essa segna la rinascita piena. Eppure il male serpeggia ancora: per questo il libro si presenta come una lotta liberatrice, che persegue il bene.
Possiamo così farci rispecchiare dal breve racconto evangelico di oggi. Gesù aveva suscitato l’ammirazione della donna che prende la parola dichiarando beato il grembo da cui proveniva e il seno a cui si era nutrito. È una madre – Maria mamma di Gesù – a fare la differenza. Lei rappresenta la “nazione santa” che ha accolto la Parola di Dio ascoltandola e praticandola nella vita. Sì, Maria è l’umanità dell’alleanza che entra in rapporto nuovo, promettente, carico di futuro, “di generazione in generazione”. Gesù è all’inizio di questa umanità nuova, come proclama Paolo nella lettera ai Romani: «Primogenito tra molti fratelli».
Ecco dove siamo interpellati: lì dove siamo graziati, dunque rigenerati, amati… E Paolo continua specificando che siamo: conosciuti, preceduti, chiamati sulla scia e nell’immagine del Figlio; addirittura glorificati, perché Dio è con noi.
Maria, che custodisce nel suo cuore la Parola di Dio meditandola e facendola diventare “pratica”, è anche “difesa” e custodia di questa umanità che noi siamo e di cui il figlio suo, Gesù, è il “primogenito” tra molti fratelli e sorelle.
Questa stessa umanità è Parola di Dio che si compirà, così come è già avvenuto in Maria nel mistero della Pasqua del suo figlio e nostro fratello, Gesù.