Lettera ai parroci, ai vicari e collaboratori parrocchiali
Carissimi,
stiamo percorrendo il cammino di Avvento e davanti a noi si profila anche la celebrazione del Natale del Signore. In questi giorni la Parola di Dio ci riserva parole di consolazione e di incoraggiamento. Auguro a ciascuno di voi di custodire questo dono e di attingere da esso come a una fonte sorgiva che disseta e infonde freschezza.
Oggi stesso ci raggiungono queste parole del profeta Isaia: «Il Signore dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» (Is 40,29-31).
A seguito di un confronto con i vicari foranei, intendo enucleare qui alcune indicazioni a cui attenersi su due momenti della vita liturgica: le forme celebrative del Sacramento della Riconciliazione e il rito della Comunione nella celebrazione dell’Eucaristia con un accenno allo scambio della pace e all’utilizzo delle acquesantiere.
1. Sacramento della Riconciliazione
Innanzitutto invito a predisporre con premura e cura i tempi, i luoghi e la celebrazione stessa del sacramento della Riconciliazione. Non è necessario ribadire che la forma ordinaria è quella del Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti. Accanto a questa forma c’è anche il Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale che permette di vivere la celebrazione in assemblea liturgica manifestando la dimensione comunitaria della penitenza. Solitamente questa seconda forma richiede di aver invitato qualche confratello come ministro della Riconciliazione, per facilitare il momento individuale della confessione e remissione dei peccati. Il Rito della Penitenza prevede per «eventuali circostanze particolari, sia lecito o anche necessario impartire l’assoluzione in forma collettiva a più penitenti, senza la previa confessione individuale» (cfr. Rito della Penitenza, nn. 31-35). Abbiamo sperimentato questa modalità nelle ricorrenze del Natale e della Pasqua del periodo di emergenza sanitaria. Ciò ha arrecato beneficio alle comunità e alle persone. Alcuni confratelli, tramite i vicari foranei, hanno avanzato la richiesta di poterla celebrare anche per la prossima preparazione al Natale. Dopo di aver riflettuto e di essermi confrontato a più livelli, ho maturato alcune decisioni e indicazioni pastorali a riguardo di questa terza modalità del Rito della Penitenza:
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- Il contesto del prossimo Natale è diverso dai due precedenti quando nel Triveneto una buona parte di noi vescovi aveva scelto questa terza forma celebrativa della Riconciliazione: allora per l’emergenza sanitaria in atto essa si rendeva necessaria. Ora, in preparazione alla prossima celebrazione del Natale, non vi è l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni. Tuttavia ci sono varie situazioni di una certa “emergenza pastorale” per cui a fedeli che desiderano e attendono la grazia sacramentale risulta impossibile riceverla se non nella forma dell’assoluzione collettiva. In questi casi solamente, dopo seria considerazione della situazione, ritengo possibile celebrare il Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e assoluzione generale, attenendosi alle condizioni previste dal rituale e già esplicitate nelle precedenti celebrazioni di tale modalità del Rito della Penitenza.
- Per operare questo discernimento e fare questa scelta, poiché è riservato al Vescovo diocesano valutare la situazione di grave necessità, è necessario che il parroco presenti personalmente al Vescovo diocesano tale situazione e gli chieda di poter celebrare in preparazione alla celebrazione del Natale il rito per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale.
- Nel presentare la richiesta si tenga presente che tale celebrazione è da tenere nella chiesa parrocchiale una volta soltanto, nei giorni tra il 16 e il 24 dicembre, esclusa la domenica 18 dicembre. È importante che tale possibilità di celebrazione della Riconciliazione non venga intesa e programmata come unica, ma si deve fare il possibile per avere anche tempi e luoghi adeguati per celebrare in modo ordinario il sacramento della Riconciliazione con la confessione e assoluzione individuale.
- L’Ufficio diocesano per la Liturgia è impegnato a predisporre la traccia di celebrazione per tale modalità di Riconciliazione con la confessione e assoluzione generale. Tale traccia è da considerare obbligatoria.
2. Il rito della comunione
Circa il rito della comunione nella celebrazione dell’Eucaristia, a seguito di alcuni suggerimenti espressi dalla Presidenza della CEI, mi preme evidenziare e incoraggiare l’attenzione al gesto liturgico, la cura della distribuzione della comunione, il rispetto delle persone con cui ci si accosta ad essa.
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- Il ministro, per rispetto delle persone che gli si accostano per la comunione, indossi la mascherina e si igienizzi accuratamente le mani.
- La comunione viene fatta ordinariamente nella mano del fedele, pronunciando: «Il Corpo di Cristo». Se qualche fedele, per motivi personali, propende per la comunione in bocca attenda che si siano comunicati tutti i fedeli che la ricevono in mano. Chi si accosta per ricevere la comunione in bocca tenga in debito conto che il ministro non può igienizzare le mani dopo ciascun fedele.
3. Il segno della pace
Per quanto riguarda lo scambio della pace che precede il rito di comunione, si ritiene di lasciare libere le persone anche di potersi stringere la mano, per cui se si fa lo scambio del dono della pace – si ricorda che il Messale lo ritiene facoltativo – chi presiede dica semplicemente: «Scambiatevi il dono della pace».
4. L’acqua benedetta
La scelta di mettere l’acqua benedetta nelle acquasantiere è lasciata alla valutazione del parroco.
Ci auguriamo che tutto questo possa aiutarci a celebrare la Liturgia nella fede, nella speranza e nella carità per diventare, giorno dopo giorno, discepoli e discepole credibili e appassionati del Signore.
Belluno, 7 dicembre 2022
+ Renato Marangoni