Un’intensa opera di costruzione che tutti coinvolge

Messaggio nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato - chiesa parrocchiale di Cavarzano
25-09-2022

 

Carissime e carissimi,

a voi che siete radunati per celebrare l’Eucaristia in questa Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, rivolgo un affettuoso e incoraggiante saluto. È un abbraccio di fraternità che sgorga dal cuore, lì dove nascono i sentimenti, i pensieri, le intenzioni e i desideri di bene, di giustizia e di pace. Nell’Eucaristia tutti siamo realmente “migranti” e “rifugiati”, perché siamo accolti e incontrati da Dio, cioè dalla sua tenerezza che Gesù ha manifestato in tutta la sua vita e in modo compiuto e totale nella sua Pasqua.

Papa Francesco ci invita tutti a «costruire il futuro con i migranti e i rifugiati» e significa innanzitutto che tutti dobbiamo riconoscerci così – “migranti” e “rifugiati” – nell’avventura e nel mistero della vita. Alcune e alcuni di noi lo sono in modo più fisico per le condizioni concrete che stanno vivendo, per i luoghi di abitazione che hanno raggiunto lontani dai paesi di origine.

Mi sembra che il Papa, comunque, ci solleciti tutti a «un’intensa opera di costruzione nella quale tutti dobbiamo sentirci coinvolti in prima persona» e si riferisce alla “città futura” «il cui architetto e costruttore è Dio stesso», come è scritto nella Lettera agli Ebrei (11,10).

Non perdiamoci d’animo, dunque, neppure di fronte a tante ingiustizie con cui possiamo scontrarci. Continuiamo a lavorare per l’opera di Dio, per la Nuova Gerusalemme, che è la dimora di Dio con tutti i popoli (cfr. Ap 21,3). Ogni migrante, ogni rifugiato è una risorsa di futuro e di promessa.

In questa celebrazione dell’Eucaristia diventiamo tutti “inclusivi” in Dio e con Lui: nel suo centro di amore tutti noi diventiamo fratelli e sorelle, portatori e portatrici della profezia della fraternità e della pace.

Vi benedico!

Belluno, 25 settembre 2022

il vostro vescovo Renato