A cura di don Ezio Del Favero

109 – Sui monti della Giudea

Il Creatore era solito visitare il suo popolo, presentandosi in abiti malandati per testarne il cuore

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All’epoca in cui viveva sulla terra, il Creatore era solito visitare il suo popolo, presentandosi in abiti malandati per testarne il cuore. Un giorno, al tramonto, mentre camminava sui monti della Giudea decise di fermarsi in un villaggio. Vide un’enorme villa signorile con un bellissimo giardino fiorito e, proprio di fronte, una piccola baracca messa male e assai trasandata.

Dio si disse: «Stasera non disturberò la povera gente, imponendole un’altra bocca da sfamare. Mi recherò piuttosto dai ricchi». Si diresse lungo il viale che conduceva alla villa. Al portone d’ingresso bussò tre volte. Dopo un lasso di tempo gli aprì un uomo che, scrutandolo dalla testa ai piedi, gli disse sprezzante: «Che cosa vuoi? Se sono soldi, non ho nulla da darti!». «Chiedo ospitalità per questa notte». «Come? Pensi davvero che ti lasci entrare in questa mia sontuosa dimora? In quelle condizioni? È vero che sono facoltoso, ma se dovessi accogliere tutti i miserabili che chiedono aiuto, perderei la mia dignità e diventerei meno ricco. E poi, che cosa penserebbero i miei nobili amici? Se non hai niente da offrirmi in cambio, non posso fare nulla per te!». Il ricco sbatté la porta, ritenendo quel viaggiatore un povero mendicante.

Allora il Creatore si diresse verso la baracca, di là della strada. Bussò tre volte e subito gli aprirono. Un uomo lo salutò con un gran sorriso e gli disse: «Entra amico mio! La notte comincia a calare e fa freddo. Fermati qui, nella mia modesta dimora; domattina potrai riprendere il viaggio. Mia moglie ti preparerà la cena e poi allestiremo un giaciglio per farti riposare». La moglie lo salutò e lo invitò: «Mettiti comodo e versati da bere!». Poi cucinò la zuppa, fece il pane e andò a mungere la capra per ottenere un buon latte caldo. Tutto ciò piacque a Dio. Quando la cena fu pronta, si sedettero a tavola e condivisero il cibo. Il pasto era magro, ma il Creatore apprezzò il senso di condivisione di quelle persone ospitali, il cui volto irradiava gentilezza e bontà. Finito di mangiare, la donna sussurrò al marito: «Gli lasceremo la nostra stanza, così potrà riposare meglio. Noi dormiremo sul pavimento dello stanzino. Che cosa dici?». Il marito pensò che fosse un’ottima idea.

La mattina dopo, prima di andarsene Dio disse: «Siete stati molto compassionevoli e generosi. Per ricompensarvi, vi offro di esprimere tre desideri. Ditemi quello che volete e io ve lo concederò!». L’uomo rispose: «Che cosa potremmo desiderare di più della beatitudine eterna, del cibo necessario e della buona salute?». Così il Creatore esaudì quei desideri, concedendo loro anche una nuova dimora, più grande e confortevole.

Quando il ricco vide ciò, chiese ai vicini poveri: «Che cosa è successo? Ieri sera abitavate in una baracca e stamattina, al suo posto, vediamo una grande casa!». Il povero precisò: «È un regalo del viandante che abbiamo accolto ieri sera. Ci ha concesso di esprimere tre desideri…». Il ricco, ripensando al disgraziato che era venuto a bussare alla sua porta, prese il cavallo e galoppò sui sentieri di montagna per ritrovarlo. Raggiuntolo, si perse tra le bugie per scusarsi, poi gli chiese di esaudirgli tre desideri. Dio precisò: «Posso esaudirteli i desideri, ma ti avverto che non sarà un bene per te!». Ma il signore insistette. Allora il Creatore gli disse: «Torna a casa. I tuoi desideri si avvereranno!».

Ancora prima di arrivare a casa, al ricco sembrò che il suo cavallo non andasse abbastanza veloce. Con rabbia urlò: «Che ti si spezzi il collo!». Così fu esaudito il primo desiderio. Avaro com’era, recuperò la sella. Dovette continuare la strada a piedi tra le montagne, sotto un vento gelido. Esausto e infreddolito, pensò a sua moglie, al caldo davanti al fuoco. Una rabbia profonda lo colse e si disse: «Quanto vorrei che ella si sedesse su questa sella e vi rimanesse incollata per sempre!». La sella sparì dalla sua spalla e così anche il secondo desiderio fu esaudito.

Il signore continuò per la sua strada in mezzo ai monti e, quando arrivò a casa stremato, trovò sua moglie in mezzo al soggiorno, seduta sulla sella. Lei lo vide e piena di rabbia urlò. «Sicuramente è colpa tua, che hai espresso il desiderio di farmi sedere così! Adesso devi liberarmi!». L’uomo, che avrebbe voluto usare il suo ultimo desiderio per diventare ancora più ricco, sotto le grida e le pressioni della moglie fu costretto a usarlo per liberarla.

Come aveva predetto il viandante, il ricco e avaro signore visse il resto dei suoi giorni nella tristezza, vedendo ogni giorno sotto la sua finestra i suoi vicini che, al contrario, vivevano prosperi e felici.


La parabola – raccolta in Israele – insegna a essere accoglienti e generosi. Il Signore dirà: «Quanto avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me».