A cura di don Ezio Del Favero

29 – Il montanaro e la moglie casalinga

La sera, tornando a casa dalla baita, la moglie inciampò sui cocci della brocca...

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Lui lavorava sui prati e nei campi presso la loro baita in montagna e lei, nella casa in paese, si prendeva cura delle faccende domestiche. Ma un giorno il marito si mise in testa che faceva troppo in confronto alla moglie e cominciò a ripeterle: «Io lavoro duro, mentre a casa tu te la godi tutto il giorno!» Oppure: «Io sono molto stanco a differenza di te, che non hai molto da fare in casa!» Finché la moglie non ne poté più e decise: «Da domani andò io a lavorare presso la baita e cercherò di fare del mio meglio». Così avvenne.

Il mattino seguente la donna mise lo zaino sulla schiena, prese una zappa e una borraccia dicendo al marito: «Tu stai in casa a sbrigare le faccende domestiche mentre io vado ad arare la terra. Devi cuocere il pane e sbattere la panna per fare il burro, Stai attento alla gallina e ai suoi pulcini, affinché il nibbio non li porti via. Un’altra gallina sta covando le uova sotto il letto: fa’ attenzione che non rompa le uova, che mangi e che beva affinché non si allontani…»

Quando la donna se ne andò, il marito fu felice di essere solo. Così si recò dal calzolaio per fumare la pipa e per chiacchierare un po’. Diverse chiacchiere dopo, l’uomo si accorse che era quasi mezzogiorno e non aveva ancora fatto nulla: né il lievito per il pane, né le altre faccende. Così si precipitò a casa. Prima di uscire, quella mattina, aveva legato le zampe dei pulcini con una cordicella in modo che rimanessero insieme e che il nibbio non li portasse via.

Tornando a casa, scoprì che non vi era più un solo pulcino, in quanto il nibbio li aveva portati via tutti essendo legati tra loro.

Che cosa doveva fare? Da dove cominciare? Avrebbe dovuto setacciare la farina e prendersi cura del burro. Cominciò a setacciare la farina e, per fare più in fretta, appese la brocca per il manico con un canovaccio pensando che i gesti di setacciatura lo avrebbero aiutato a sbattere la panna fresca. Ma era già ora di lavorare l’impasto per il pane, e la panna non procedeva. Andò a prendere l’acqua. E la farina? Dovette andare a cercarla. Nella fretta, la brocca colpì lo stipite della porta e la panna colò ovunque, sul muro e sul pavimento. Passò il tempo a pulire. «Non importa», pensò tra sé, ma era necessario impastare subito il pane perché si stava facendo sera. Mescolò come poté gli ingredienti: la poca panna che gli rimaneva e la farina. Non aveva il tempo di aspettare che il forno fosse caldo, per cui infornò subito. Trattenne il respiro e chiuse gli occhi per alcuni istanti, quando pensò alla gallina che doveva trovarsi sotto il letto a covare e che non si vedeva. Si chinò, raccolse rapidamente una decina di uova, le mise nel paniere e vi si sistemò delicatamente sopra, per covarle lui stesso.

La sera, tornando a casa dalla baita, la moglie inciampò sui cocci della brocca e disse: «Che cosa è successo?» Poi vide le tracce della panna sul pavimento. Brutto segno! Andò a vedere la gallina e i pulcini. Nessun pulcino! Si recò presso il forno, vi sbirciò all’interno e vide che l’impasto stava colando. «Perso anche il pane!» si disse. A quel punto urlò: «Dove sei?» Ma non ebbe risposta.   

Quando si avvicinò al letto, vide che accanto ad esso, seminascosto, vi era suo marito, accovacciato sulle uova.

Scoppiando a ridere gli chiese: «Che  cosa stai facendo?»

Il marito, mortificato, spiegò: «Cosa vuoi che faccia? Il nibbio si è portato via i pulcini, la panna si è rovesciata, l’impasto del pane è rovinato, la chioccia se n’è andata, devo covare io stesso le uova! Ammetto di essere responsabile di tutti questi disastri!»

Alla fine si alzò e, abbracciando la moglie, le confessò: «Provo una stima infinita per te! Mi sono reso conto che hai un sacco di mestieri da fare in casa: tenere pulita la dimora, lavare il bucato, cuocere il pane… Tutto questo per il benessere della nostra famiglia!»

Da quel giorno, il montanaro non rimproverò più la moglie e non perse occasione per esprimere tutta la stima e la riconoscenza che provava per lei.

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La Parabola – di origine ungherese – fotografa un ambiente di montagna simile al nostro di qualche tempo fa e la vita difficile delle famiglie che lo abitavano.

I compiti della donna, dedita specialmente alla cura della casa, non erano certo meno gravosi di quelli dell’uomo, incaricato specialmente dei lavori esterni, nei campi, sui prati e nel bosco.

All’interno di una famiglia e di una comunità l’impegno di tutti è prezioso e fondamentale. «Io lavoro duro, mentre tu te la godi tutto il giorno!» il più delle volte non è vero!

 

 

fonte immagine https://numeralpaint.com/products/old-couple-hugging-paint-by-number/