Don Loris Della Pietra al ritiro per i preti e i diaconi della diocesi

La liturgia non dice “io”, ma “noi”

Chiamati a presiedere la liturgia, non siamo padroni di essa, ma solamente servitori

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Il Centro Papa Luciani ha accolto – nella mattinata di giovedì 20 ottobre – il vescovo, i preti e i diaconi della diocesi, per uno spazio di riflessione e di preghiera. Il tema che ha caratterizzato il ritiro, è stato quello dell’importanza della liturgia nella vita della Chiesa. È stata un’occasione preziosa, per fermarci a riflettere sulla lettera apostolica di papa Francesco “Desiderio desideravi”, dalla quale ha preso spunto il relatore don Loris Della Pietra, che ha messo in luce alcuni aspetti interessanti su cui fissare l’attenzione.

Riprendendo il testo, tre sono stati i punti che sono stati messi in evidenza per la riflessione personale e la preghiera: primo, il metterci in guardia dalla mondanità spirituale, che rischia di intaccare anche la bellezza della liturgia celebrata. Il relatore, ha più volte posto l’attenzione sul fatto che essa è prima di tutto un dono, appunto un desiderio di Gesù di condividere la sua Pasqua con noi. Per questo la liturgia, non può e non deve essere percepita come un’azione personale o peggio autoreferenziale. Mi ha colpito personalmente recuperare nella riflessione il passaggio, in cui è stato messo in luce – nella chiave anche messa in evidenza dal Concilio Vaticano II nella riforma liturgica – che protagonista della liturgia è il Cristo e con lui tutta l’assemblea che celebra: essa non è semplicemente spettatrice, ma è attiva e partecipe già nel fatto di essere assemblea. La liturgia, come cita il Papa al numero 19 del documento, non dice “io”, ma dice ”noi”!

Il secondo passaggio è stato quello dello stupore, visto non tanto come “mistero”, ma anche qui come consapevolezza che quello che ci viene affidato e comunicato nella liturgia, è puro dono, di cui ringraziare con ammirazione. L’ultima parte, ha posto l’accento sulla formazione liturgica, che il Papa richiama come necessaria e vitale. Don Loris ci ha dato alcune indicazioni, affinché non si corra il rischio di cadere in forme banali, ma nemmeno in forme troppo rigide nel nostro guidare le liturgie. Recuperare quell’equilibrio che ci fa dire che noi presbiteri, chiamati a presiedere la liturgia, non siamo padroni di essa, ma solamente servitori, invitati a far trasparirne il dono e lo stupore in chi la vive. Un passaggio bello che mi ha fatto bene e che può far bene a tanti cristiani, citato da don Loris è stato quello di sentire la liturgia non come un precetto, ma appunto partire dal sentirlo un dono. Solo per questo si deve sentire la necessità di adempiere il precetto e non viceversa.

Significativo anche lo schema del ritiro, preparato da don Alex Vascellari, che ha visto i presenti partire dalla chiesa, dove è stata celebrata l’ora terza del breviario. Poi, dopo la riflessione, un momento per scrivere alcune impressioni che ci avevano colpito e altre che avevano trovato in noi una certa resistenza o fatica. Una novità, rispetto agli scorsi ritiri. Non è mancato il momento di convivialità che ci mette in relazione tra di noi nel condividere il cammino e la fraternità. La preghiera finale, guidata dal Vescovo, alternata da alcune preghiere spontanee, ha concluso la mattinata insieme.

don Simone Ballis