Un nuovo passo nel Cammino sinodale delle Chiese italiane

La sintesi della fase sapienziale

Verrà consegnata al nuovo Consiglio pastorale diocesano, venerdì 10 maggio, nella sua prima riunione

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«Dopo esserci raccolti come equipe nel leggere le sintesi arrivate dai vari gruppi sinodali che si sono riuniti in questi mesi, siamo rimasti sinceramente colpiti dal forte richiamo al Vangelo espresso in ogni sintesi, attorno a ogni tema». Parole che l’équipe sinodale diocesana ha posto nell’incipit della Sintesi della fase sapienziale, inviata il 30 aprile scorso alla segreteria del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. È pubblicata su questo stesso sito.

È frutto di un lavoro di intarsio, cui hanno lavorato i membri dell’equipe, che si sono messi in ascolto dei contributi giunti da varie parti della diocesi negli ultimi mesi, come frutto di questo anno pastorale chiamato “fase sapienziale” (2023-2024), nella quale le comunità cristiane si sono impegnate in una lettura spirituale e in un approfondimento delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Apocalisse 2,7). «Nella richiesta di Vangelo che è emersa in modo esplicito in questa fase sapienziale riconosciamo i tratti fondamentali per operare scelte adeguate nella fase profetica», quella in cui le Chiese italiane, in comunione con quanto maturato nella seconda sessione del Sinodo universale di ottobre, sceglieranno nell’anno venturo.

A che cosa è servito tutto questo complesso lavoro? Sul finire del secolo scorso (1995-1996), Giorgio Gaber aveva sornionamente canzonato alcune aperture della Chiesa: «Bisogna dare atto a questi signori / le cose più urgenti le han rese migliori. / E dopo tanti anni che aspettavamo invano / la messa, finalmente, si dice in italiano […] E si è stabilito, dopo mille discussioni / che il prete, essendo uomo, può portare i pantaloni». Ma il ritornello aveva il ritmo di una marcia rallentata piuttosto ironica: «E la Chiesa si rinnova per la nuova società / e la Chiesa si rinnova per salvar l’umanità».

Con buona pace del grande cantautore, trent’anni dopo quella marcia dovrebbe essere più leggera e ariosa, meno solenne e più giovanile. Forse – immersi come siamo nel flusso della storia – non vediamo compiutamente quanto è cambiato lo stile di Chiesa in questi ultimi anni: proprio il Cammino sinodale ha sdoganato argomenti e modalità di vita ecclesiale che probabilmente allora non avremmo avuto il coraggio di affrontare. Oggi possiamo scrivere con coraggio e franchezza: «Emerge un bisogno molto intenso di vivere una Chiesa non giudicante e che sia più semplice e accogliente, disposta ad andare incontro all’altro e ascoltarlo. Radicarsi nel Vangelo comporta uscire dai nostri luoghi e ambiti per incontrare la gente dove vive, accorgendosi di quanto bisogno e di quanto bene c’è nelle persone».

Questa nuova sintesi verrà ufficialmente consegnata dai Referenti diocesani per il cammino sinodale al nuovo Consiglio Pastorale Diocesano, che si riunirà per la prima volta nella serata di venerdì 10 maggio, e presa in considerazione nell’incontro congiunto degli organismi diocesani (Consiglio Pastorale Diocesano, Consiglio Presbiterale, Coordinamento degli uffici, vicari foranei) di sabato 15 giugno.

[DF]