Domenica 11 giugno in Seminario a Belluno

L’enciclica dei gesti

«Un sogno iniziato quando ero bambino», la testimonianza su Papa Luciani di Antonio Preziosi, direttore del TG2

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È stato un incontro familiare quello che si è tenuto in Seminario a Belluno nel pomeriggio di domenica 11 giugno: Antonio Preziosi, da poche settimane direttore del TG2, ha presentato il suo ultimo libro “Il sorriso del Papa. La vita di Albino Luciani e i trentatré giorni di Giovanni Paolo I” (Ed. San Paolo, 2022). Non molte le persone presenti, ma questo ha permesso all’illustre ospite di rapportarsi cordialmente con loro.

«Che cosa l’ha spinta a conoscere questa persona?», chiede una dei presenti. E Preziosi racconta: «Avevo undici anni, quando Luciani divenne Papa. Allora facevo il chierichetto. La morte di Paolo VI fu quasi uno shock per noi e non ci capacitavamo che potesse arrivare un nuovo papa… Arrivò Luciani e rimasi molto colpito dai tanti dettagli con cui lui aveva rivoluzionato il nostro modo di pensare la figura del papa. Ricordo la gioia di quel 26 agosto 1978 e la commozione popolare che tutti avemmo quando morì. Da allora mi sono interessato a lui e sono molto legato a Papa Luciani… Scrivere di lui è stato realizzare un sogno iniziato allora». Infatti questo è il secondo volume dedicato al Papa agordino, visto che Preziosi aveva già pubblicato nel 2019 il volume “Indimenticabile. I 33 giorni di Papa Luciani” (ed. Cantagalli).

Introdotto da don Giorgio Lise, rettore del Seminario, il giornalista ha esordito dicendosi «un po’ in soggezione a parlare di Papa Luciani a casa sua». E ancora: «Non mi sento un biografo di Papa Luciani, ma una persona che ha amato la sua storia e l’ha raccontata con stile giornalistico». Ha ricordato l’episodio della cantante Patty Smith, che rimase così colpita dal «sorriso del Papa», da dedicargli una canzone.

«Come ha fatto in soli 33 giorni a entrare nel cuore delle persone?». Preziosi spiega che non si può comprendere l’effetto di Luciani, se non lo si contestualizza nell’Italia del 1978, piegata dagli anni di piombo, dal caso Moro, dallo scandalo che portò il presidente Leone a dimettersi, dalla morte di Paolo VI. «Luciani arriva come un raggio di sole in questa giornata buia, con una potenza mediatica non voluta», con tanti particolari inediti che fanno di lui il Papa, su cui tante volte si è scritto “per la prima volta”. Questa è stata la sua enciclica non scritta, l’enciclica dei gesti, riconosciuta anche dal Successore. Di qui un invito, che per la diocesi natale diventa un impegno: «farlo conoscere, perché Luciani è un esempio di virtù non astratta», con quell’humilitas che contesta la moderna ossessione per il numero dei “follower” e dei “like”.

Ancora, Luciani «è stato un precursore, che ha aperto una via nuova in soli 33 giorni. Un papa che non voleva essere uomo solo al comando e invocava la collegialità dei vescovi. Un papa giornalista, che intervistava un bambino». È davvero un papa “indimenticabile”, che parte dalle sue profonde radici e «da queste profonde radici venete è riuscito a passare dal particolare all’universale».