Intervista al Vescovo nel 5° anniversario dell'inizio del suo ministero in diocesi

Oggi, dopo cinque anni, sto volentieri in questa terra

«Se non guardassi la diocesi attraverso la promessa del Vangelo, sarebbe improponibile “fare il vescovo”»

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Il 10 aprile 2016 mons. Marangoni veniva ordinato vescovo a Padova; due settimane dopo, il 24 aprile, iniziava il suo ministero come vescovo di Belluno-Feltre. È un breve tratto di strada quello che si compie in un lustro; eppure ne sono accadute di cose. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato.

Don Renato, Le va di confidarci un ricordo di quei giorni?

Il ricordo di quei giorni è dato dalla mia prima visita alle parrocchie. L’avevo chiesta alla fine della celebrazione di inizio ministero in cattedrale a Belluno. Ho iniziato martedì 10 maggio in Comelico Superiore con le tre parrocchie di Candide, Dosoledo e Padola. Sono giunto a Padola un po’ prima della messa prevista per le ore 18.00. Scesi dall’auto e mentre attraversavo la piazza mi venne incontro una ragazzina che mi salutò. Fissandomi disse: «Sembri uno come il mio parroco». Le risposi che era proprio così e lei cominciò a dirmi che le piaceva la storia di Gesù, di cui aveva visto anche un film, qualche giorno prima. Fu un bell’inizio: ricevevo da una ragazzina il Vangelo, l’annuncio di Gesù. Era lei l’annunciatrice! È sempre così: per dare e condividere è necessario ricevere prima e accogliere.

Dopo cinque anni ci ricordi un momento bello e quello che Le è pesato di più?

I momenti belli sono al plurale: la semplicità e la genuinità dell’incontro con le persone, con le comunità, con i confratelli preti. Mi rigenerano rispetto alla fatica dei problemi da affrontare e dell’organizzazione pastorale da garantire. Solitamente mi commuove quando in momenti di incontro le persone prendono la parola per comunicare un sentimento o un pensiero o una preghiera sul vangelo del giorno.

Mi pesa molto quando “scopro” o mi accorgo che ci si divide in comunità e tra comunità, non ci si valorizza a vicenda, ci si considera con sospetto.

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