Si è spento in ospedale a Belluno, dove era ricoverato per il Covid

Ora anche don Elio è nelle mani di Dio

È stato per tanti anni preside e insegnante, stimato e autorevole, presso il Liceo Lollino del Seminario

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Un altro lutto colpisce la diocesi e la comunità del Seminario Gregoriano di Belluno. Nella serata di oggi, alle ore 20.30 di giovedì 18 marzo, si è spento mons. Elio Larese, che da alcuni giorni era ricoverato all’ospedale “San Martino” per gli effetti del Covid. Aveva 73 anni.

Figlio di Giuseppe e di Adelina Cattaruzza, era nato ad Auronzo di Cadore il 15 novembre 1947. Apparteneva alla parrocchia di Villapiccola, dove era cresciuto sotto lo sguardo di don Florio De Lotto, parroco dal 1944 al 2004. Dopo il percorso del seminario, don Elio fu ordinato prete in Cattedrale il 29 maggio 1971: avrebbe festeggiato quest’anno il suo giubileo presbiterale.

Il suo primo breve incarico ministeriale come cappellano lo svolse per pochi mesi a Pieve di Livinallongo. Poi iniziò un percorso accademico all’Università di Padova, dove si laureò in lettere classiche con una tesi sul Giornalismo cattolico a Belluno all’inizio del ‘900, pubblicata nel 1981. Dal 1972 al 1976 fu vicario cooperatore nella parrocchia della Cattedrale di Belluno; dal 1977 al 1983 fu vice-assistente del settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana.

Nel 1976 iniziò il suo servizio come insegnante di lettere presso il Liceo Lollino, di cui poi fu preside dal 1997 al 2019. Presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose insegnò Storia delle religioni. Dal 1982 al 1990 fu vicerettore del Seminario Gregoriano. Fine musicista e cantore, per anni insegnò canto sacro e storia della musica nei corsi teologici. Per questa competenza, diresse l’Ufficio diocesano per il canto e la musica sacra dal 2010 al 2017.

Nella maggior parte del suo ministero fu legato alla Cattedrale, prima come mansionario (dal 1979), poi come canonico (dal 1994): il servizio liturgico spesso fu anche quello dell’animazione del canto dell’assemblea e di organista.

È ricordata con ammirazione la dedizione con cui seguì la disabilità del fratello Renato fino alla morte (7 agosto 2017). Con affetto sono ricordati il suo tratto signorile, la sua preparazione culturale, la sua indole pacata e dolce, la sua attenzione agli altri, il tempo che dedicava all’ascolto… Qualità che hanno lasciato un segno nelle persone di cui fu guida umana e spirituale. Non da ultimo, lo ricordano parecchie generazioni di alunni del Lollino, che non dimenticheranno la serietà e l’autorevolezza dei suoi insegnamenti.

Ora la comunità diocesana lo affida al divino Pastore: lo «riconosca tra le pecorelle del suo gregge» e lo «riceva tra gli eletti del tuo regno». Tutti coloro che gli hanno voluto bene si augurano che la sua «dimora sia oggi nella pace della santa Gerusalemme, con la Vergine Maria e con san Giuseppe» (dalla liturgia), di cui stasera inizia la solennità liturgica.

I funerali saranno celebrati in Cattedrale lunedì 22 marzo alle ore 15.00, preceduti alle ore 14.30 dalla recita del Rosario. Quindi la salma sarà trasferita nel cimitero di Villapiccola ad Auronzo di Cadore, dove ci saranno una breve celebrazione di suffragio e la tumulazione.

Stanti le restrizioni agli spostamenti imposti dalla Legge per la “zona rossa”, la celebrazione potrà essere seguita anche in diretta facebook sul profilo www.facebook.com/lamicodelpopolo1909. In questa grave situazione che stiamo attraversando anche la partecipazione a distanza può diventare comunione di preghiera e di affetto. Ringraziamo la redazione del settimanale per la pronta e generosa collaborazione.


Caro don Elio,

quando sono giunto in Seminario come rettore mi hai mandato un messaggio: «Benvenuto tra noi». Lapidario se vuoi, essenziale come sei sempre stato tu, ma davvero carico di affetto accogliente. Avrei voluto sinceramente poterti rispondere fra un po’ di tempo con un messaggio simile: «Bentornato, don Elio». Non è stato così. E mi dispiace. Però, adesso, ripenso all’ultima volta che ti ho visto, qualche ora prima della tua morte, per accompagnarti con una preghiera e una benedizione all’incontro con il Signore: eri disteso in posizione prona, come quando ci si distende sul pavimento della Chiesa in occasione dell’ordinazione sacerdotale; ho pensato che, pur in una diversa e drammatica situazione, il senso di quella tua posizione era lo stesso: stavi offrendo la tua vita al Signore. E ho notato anche che eri come Gesù, «spogliato delle vesti»; solo, ma non abbandonato. Ora ti penso ancora come Gesù, ma “trasfigurato” nella sua luce, nella sua stessa vita! Questo pensiero mi sostiene, mi incoraggia e mi consola; allora mi immergo in questo mare di speranza e di fede perché so che ora tu sei davvero immerso, “battezzato” nella luce stessa di Dio.  , pur nella difficoltà e nella tristezza di queste ore, pur con le lacrime agli occhi, devo dire che «il naufragar m’è dolce in questo mare», perché ti penso davvero “felice”, abbracciato da quell’«Amor che move il sole e l’altre stelle».

Ciao, carissimo amico, don Elio: adesso, con don Giovanni, pensa anche a noi rimasti quaggiù! E… scusa le citazioni, ma per te i grandi Autori sono stati pane quotidiano e, questo, non potevo dimenticarlo!!!

don Giorgio Lise