San Martino ci ha dato il via

La lettera pastorale del Vescovo per la fase sapienziale del sinodo e le quattro schede proposte per il discernimento

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

I molti sentieri di Emmaus

Nella recente festa di san Martino, il nostro Vescovo ha reso pubblica una lettera, indirizzata a tutta la comunità diocesana, con l’obiettivo di «agganciare e comporre insieme i due percorsi ecclesiali, quello diocesano e quello nazionale». Sullo sfondo il Vescovo ha posto l’icona dei due discepoli di Emmaus, ai quali – proprio come accadrà qualche secolo dopo a Martino – capitò di incontrare il Signore sulla strada: «Si avvicinò e camminava con loro».

«Oggi siamo noi i due discepoli di Emmaus», ha scritto il Vescovo, sottolineando che il loro camminare «languido e insensato, ci rappresenta bene quando ci sentiamo perdenti e finiti nei nostri percorsi ecclesiali… Spesso ci succede di parlarci come loro, affranti e in atteggiamento di lamento… ci sentiamo anche abbandonati dal Signore». Ma è proprio il momento in cui «comincia un nuovo affiancamento, si avvia una presenza nascosta che ci lascia sfogare… entra in dialogo affiorando come silente voce».

È la stessa icona che la CEI ha scelto per le Linee guida per la nuova fase del cammino sinodale. Un cammino diocesano che si intreccia con quello delle Chiese italiane, che si intreccia a sua volta con prima Sessione della XVI Assemblea del Sinodo dei Vescovi, che si è tenuta in Vaticano dal 4 al 29 ottobre scorsi. Certo, la prima impressione che se ne ricava confonde: pare di trovarsi davanti a un formicaio, dove è impossibile seguire le tante piste percorse dalle bestiole. Ma è bello pensare che il lavorio della formica è proverbialmente più utile del canticchiare della cicala.

Gli organismi di comunione

Scelta primaria per la nostra diocesi è in questo momento l’impegno di dare vita agli organismi di comunione: si sta completando il rinnovo dei Consigli pastorali in tutte le parrocchie della diocesi, con una novità importantissima: «Come descritto nelle Indicazioni diocesane si tratta di un passaggio che ridefinisce il volto dei Consigli: ora si pongono a servizio del cammino condiviso tra comunità parrocchiali “sorelle”». E così i nuovi Consigli pastorali che stanno nascendo «hanno nel loro DNA la missione di far camminare insieme le comunità parrocchiali da cui sono nati». Comincia ad assumere concretezza il processo annunciato nella carta d’Intenti del 2021 e avviato nell’autunno del 2022, come processo di collaborazione in pastorale per le 158 parrocchie, che lentamente ma inesorabilmente si stanno raggruppando in 29 collaborazioni.

Il Vescovo ha voluto dare evidenza ad alcune preghiere di gratitudine raccolte durante gli incontri che hanno chiuso il mandato dei precedenti consigli pastorali. Una in particolare: «La volontà di divenire parrocchie sorelle non è mai venuta meno. Ci siamo conosciuti meglio condividendo i nostri talenti e cercando di superare le paure, le abitudini e i confini che ci hanno limitato e, a volte, ancora ci frenano nella nostra testimonianza di fede. Abbiamo compiuto insieme alcuni passi del Sinodo. Lo sguardo si è ampliato facendoci carico dei bisogni degli altri».

Un po’ alla volta, dai nuovi consigli pastorali si formeranno i coordinamenti foraniali, che hanno il compito di sostenere il cammino delle comunità all’interno delle sei convergenze foraniali, soprattutto per quelle iniziative che richiedono impegno in aree più vaste (per esempio i centri di ascolto della Caritas, ma non solo). In questa azione di convergenza, si inserirà la formazione del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale.

2023-2024: la “fase sapienziale” del cammino sinodale

Dalla primavera del 2022 – magari senza accorgercene più di tanto – la Chiesa universale e la nostra Chiesa diocesana hanno vissuto insieme un lavorio capillare per quella che era stata chiamata la “fase narrativa”: la Chiesa si è messa in ascolto di tutti coloro che hanno voluto dire la loro. Il nuovo metodo della “conversazione nello spirito” ci ha fatto sperimentare un nuovo ed efficace modo di incontrarci e parlare senza dibattere. È seguito l’anno dei “cantieri di Betania” (2022-2023), che – pur con qualche stanchezza – ci hanno portato a concentrarsi su alcuni aspetti della vita diocesana che abbiamo avvertito più importanti.

Ora si tratta di passare dall’ascolto al discernimento: la Chiesa avverte il bisogno di «individuare le scelte possibili e preparare delle proposte da condurre alla fase profetica», avvertendo che i primi due anni di lavoro ci hanno già fatto cambiare la prospettiva. Non cerchiamo modi per convocare il mondo in chiesa, ma modi «per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo». Questo discernimento è già “operativo”, nel senso che intende preparare «il terreno alle decisioni, necessariamente orientate a un rinnovamento ecclesiale». E qui viene subito precisato che queste decisioni non devono essere «introverse», cioè devono guardare soprattutto fuori dalla sacristia: «anche quando l’attenzione è puntata sulla vita interna delle nostre comunità, il pensiero è sempre quello estroverso della missione: rendere più agili alcune dinamiche ecclesiali… per rendere più efficace l’incontro tra il Vangelo e l’umanità di oggi».

Quattro schede per quattro temi

Dopo due anni di lavoro – come frutto del cammino compiuto – la nostra diocesi sente di dover sottoporre a questo discernimento operativo quattro temi: 1. La missione della Chiesa nella sinodalità e prossimità; 2. Camminare con i giovani; 3. Il cammino di fede dei ragazzi con le famiglie in comunità; 4. Collaborazione tra comunità parrocchiali e corresponsabilità in comunità. L’équipe sinodale ha predisposto quattro schede, che vengono affidate ai Consigli pastorali, ai Coordinamenti foraniali, agli Uffici diocesani di pastorale, ai gruppi ed équipe operanti in pastorale, a eventuali gruppi spontanei.

  1. La missione secondo lo stile della prossimità: permette di operare un discernimento sulla sinodalità della Chiesa, in particolare sul suo essere “casa ospitale” per tutti e sulla sua missione e sullo stile di prossimità che la caratterizza.
  2. Il linguaggio e la comunicazione: è adatta per approfondire il cammino condiviso con le nuove generazioni, la disponibilità e capacità ad assumere con loro linguaggi nuovi, a lasciarsi provocare dalle loro aspettative.
  3. La formazione alla fede e alla vita: considera la missione di iniziare i ragazzi alla vita cristiana e di accompagnare il loro cammino di fede coinvolgendo le famiglie e la comunità.
  4. La sinodalità e la corresponsabilità: valorizza la dignità battesimale di tutti nella Chiesa, mette in luce la corresponsabilità nella missione della Chiesa, approfondisce la sinodalità negli organismi di comunione e nella collaborazione tra parrocchie.

L’équipe sinodale avverte che questo lavoro deve essere previsto nei prossimi mesi, per concludersi assolutamente entro la prossima Pasqua (31 marzo), perché per la fine di aprile 2024 le risultanze dovranno essere raccolte in una sintesi diocesana, triveneta e nazionale: infatti il nostro cammino sinodale si compie in comunione con le Chiese Italiane e con la Chiesa universale. [DF]