Sabato 11, ore 10.00, in Cattedrale

Se fa San Martin…

Invito alla celebrazione del patrono, per l’avvio per la seconda fase del cammino sinodale, la cosiddetta “fase sapienziale”

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Nell’antica tradizione contadina l’11 novembre era un momento di passaggio: era il giorno dei contratti, delle consegne e soprattutto dei traslochi. Se un mezzadro doveva trasferirsi, la festa di san Martino era la data giusta: il raccolto era completato, i doveri di mezzadria erano onorati, restava solo il tempo di preparare la legna per l’inverno. E così a san Martino… “si faceva San Martin”.

Invitando i diocesani alla solenne celebrazione che si terrà in Cattedrale sabato 11 alle ore 10.00, il Vescovo annuncia che con questa ricorrenza intende «dare inizio alla seconda fase del cammino sinodale che impegna tutte le diocesi d’Italia»: è la cosiddetta “fase sapienziale”.

«In continuità con i passi già fatti, le nostre realtà ecclesiali sono invitate ad attivarsi in un “discernimento operativo” che riprenda alcuni aspetti già emersi nella fase narrativa che ci ha impegnato nei due anni precedenti». Dopo la celebrazione, saranno disponibili alcune Indicazioni diocesane per attuare questa fase, e cioè una lettera pastorale e alcune schede, predisposte dall’Équipe sinodale per suggerire forme di discernimento da compiere nelle comunità parrocchiali in collaborazione. Sono sussidi pensati soprattutto per i Consigli pastorali, per gli altri organismi, per i vari gruppi parrocchiali, per gruppi spontanei. Nel corso dell’anno pastorale avremo modo di raccogliere quanto elaborato e in particolare le proposte orientate a scelte pastorali da maturare in diocesi, ma anche da presentare a livello nazionale.

Pertanto questo l’invito alla celebrazione, oltre che al presbiterio e ai diaconi e ai fedeli, è rivolto particolarmente ai nuovi Consigli pastorali. Al termine della celebrazione il Vescovo consegnerà loro una riproduzione della Cena di Emmaus, nell’interpretazione di Arcabas. Il suggestivo racconto pasquale di Luca è stato scelto, per ispirare l’impegno pastorale di questa fase sapienziale e sarà proclamato anche nella celebrazione in Cattedrale.

«In questo modo – sottolinea il Vescovo – vorremmo tutti collocarci nei panni dei due discepoli di Emmaus. È un racconto che raccoglie tante situazioni di sconforto che si possono vivere in famiglia, nella rete delle amicizie, nella professione, nella scuola, nei nostri ambiti di vita, anzi potremmo dire: ovunque. Spesso le viviamo anche nelle nostre comunità e nelle relazioni ecclesiali. Il racconto ci porta a riconoscere che il Risorto ci accompagna e ci sollecita a rimetterci in cammino. Tutto questo rappresenta opportunamente il cammino di questo anno pastorale e di questa fase sapienziale».

Domenica scorsa si è chiusa in Vaticano la prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ma il lavoro sinodale continua nella Chiesa universale, in modo particolare in quella italiana, dove si sta cercando di preparare «il terreno alle decisioni, necessariamente orientate a un rinnovamento ecclesiale», che caratterizzerà soprattutto l’anno 2024-2025. [DF]