In occasione della 56ª Giornata Mondiale della Pace

Tracciare insieme sentieri di pace

Una testimonianza dalla comunità ucraina; poi “Scuole in rete”, “Insieme si può”, il Vicesindaco e il Vescovo

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In occasione della 56ª Giornata Mondiale della Pace, alcune decine di persone si sono ritrovate a Belluno per riflettere sul tema della Giornata, riportato sullo striscione che apriva il Cammino della Pace, organizzato dalla Caritas diocesana con la collaborazione di Libera, Insieme si può, Scuole in rete, dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia. «Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace» – questo il tema scelto dal Papa – ha visto declinate in forma di testimonianze e riflessioni le esperienze e i sentimenti condivisi dai rappresentanti delle associazioni, da tempo impegnate sui versanti della solidarietà e della cittadinanza attiva. Alla manifestazione hanno partecipato il vescovo Renato e il vicesindaco Paolo Gamba, che ha rappresentato l’Amministrazione comunale.

All’inizio del Cammino, che si è raccolto attorno alle 17.00 davanti al teatro Comunale, il diacono Francesco D’Alfonso, direttore della Caritas diocesana, ha presentato il tema della Giornata e salutato i partecipanti, tra i quali, oltre alle associazioni promotrici, era presente anche il nuovo Coordinamento Pace e Disarmo. È stato letto un passo del messaggio di papa Francesco, proposto come meta del percorso, nel quale egli afferma che gli eventi dolorosi si possono superare solo insieme, costruendo la pace, garantendo la giustizia, vivendo nella fraternità e nella solidarietà.

La prima testimonianza è stata quella di Anna, ucraina, che ha parlato a nome della propria comunità, costituita soprattutto da donne che vivono e lavorano da anni in Italia e da rifugiate venute dopo lo scoppio della guerra con i loro figli. Ha espresso gratitudine a Dio, che ha permesso loro di conservare la fede e di rafforzare la coesione e la solidarietà nelle prove difficili che la loro patria sta attraversando, ma anche gratitudine alle istituzioni, alle famiglie bellunesi e alla Chiesa diocesana per l’accoglienza e la vicinanza manifestate in questi lunghi mesi di esperienze dolorose.

Il cammino ha sostato poi in piazza dei Martiri, dove sono state proposte una riflessione e una testimonianza da parte di “Scuole in rete“. Mattia ha ricordato come l’idea della collaborazione a livello internazionale per il mantenimento della pace fosse ben presente nel mondo della cultura, ma le esperienze storiche del Novecento e dell’inizio del nuovo secolo non sono servite a cambiare in profondità i rapporti tra le Nazioni, basati ancora su interessi di potenza, cosicché assistiamo oggi all’aumento delle tensioni e a una nuova corsa al riarmo. Maria Chiara ha sottolineato come solo la fratellanza e l’aiuto reciproco siano in grado di guarire i mali che affliggono l’umanità di oggi, perché nessuno può salvarsi da solo e ricava questa consapevolezza anche da un’esperienza personale, la lotta contro l’anoressia, che ha potuto sconfiggere dopo tre anni solo con l’aiuto di altri, ritrovando così una vita vera.

Nella sosta successiva nei pressi di Palazzo Rosso Francesca Gaio di “Insieme si può” ha dato voce alle donne, quelle di qui e quelle di lì, come le ha definite. Le ultime, costrette da logiche più grandi di loro a lasciare casa, lavoro, vita di ogni giorno, per fuggire con i piccoli di casa altrove, mentre gli uomini restano in patria per cercare di mantenere in piedi il loro Paese. Le prime, le donne di qui, che hanno lasciato per scelta il loro Paese da anni, per cercare qui una sistemazione, servendo nei delicati lavori di cura, hanno risposto all’appello di chi fuggiva dalla guerra, aprendo le case e i cuori. Insieme si può intende tenere alta l’attenzione sula necessità di proteggere queste donne con i loro figli, vittime incolpevoli della guerra, perché la necessità della “protezione temporanea” addotta come ragione del permesso di soggiorno loro attribuito, deve in realtà prolungarsi ancora.

Il vicesindaco Paolo Gamba ha preso quindi la parola per salutare i partecipanti al cammino, esprimendo apprezzamento per la realtà del volontariato bellunese impegnato nell’ambito della solidarietà e sottolineando come l’Amministrazione comunale abbia bisogno dell’apporto di tutti per costruire una realtà di pace, perché la pace è di tutti.

Il cammino si è quindi concluso sul sagrato della Cattedrale, dove il vescovo Renato ha ricordato come gli interventi parlino di un intrecciarsi di storie, di associazioni, di territori e per questo dobbiamo ritrovare i motivi che permettano di riprendere il cammino dopo le esperienze dolorose di questi ultimi anni. Ha quindi ringraziato per le testimonianze e le riflessioni, incoraggiando tutti a mettersi in gioco, a sentirsi coinvolti, a sapersi anche fermare, per ritrovare le ragioni del costruire relazioni di fraternità e di pace. Al termine della manifestazione, il Vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica in Cattedrale, dedicata alla 56ª Giornata Mondiale della Pace.

diac. Francesco D’Alfonso