Uno sguardo sugli eventi di questa stagione estiva

Lettera del Vescovo al presbiterio e ai Consigli pastorali
01-08-2023

Carissimi,

siamo nel bel mezzo dell’estate e molte comunità parrocchiali hanno continuato il loro servizio intensificando le attività pastorali con bambini, ragazzi e giovani. Questa opportunità riesce a riaccendere la vitalità delle nostre parrocchie e a offrire vicinanza e sostegno alle famiglie. Un grazie particolare va a tutti – preti, animatori e animatrici giovani e adulti – che si sono prestati con generosità e creatività a quest’azione pastorale. Non è inutile qui evidenziare che tutto questo arreca un bene relazionale considerevole. Le nostre comunità diventano luminose e saporose – evangelicamente si può dire: «luce del mondo» e «sale della terra» – quando donano fiducia, suscitano conoscenza e incontro, favoriscono amicizie e promuovono fraternità. Questo stile e questo servizio caratterizzano tutto il “cammino sinodale” che stiamo percorrendo in questo triennio. Ci sta a cuore, anche in questa modalità, condividere il Vangelo.

A seguito di questo vorrei qui semplicemente richiamare attenzione, interesse e cura circa alcune circostanze e alcuni eventi di questa stagione estiva.

1. Nei giorni scorsi a livello nazionale è stato dato rilievo all’80° anniversario del cosiddetto “Codice di Camaldoli”. Nel 1943 in un momento assai drammatico della vicenda del nostro Paese un gruppo di persone, in forza della loro adesione al Vangelo, hanno guardato oltre la grave crisi in atto e hanno saputo intravedere e preparare la fase successiva che avrebbe dovuto far rinascere la nostra nazione. Mi ha colpito uno dei tanti positivi commenti che in questi giorni sono stati scritti per celebrare quell’evento. Lo riprendo dall’editoriale di Avvenire di sabato 22 luglio. Angelo Picariello così scrive: «I cattolici, il meglio della cultura e della politica cattolica del tempo, seppero fare della fede in Dio che li animava una ragione di speranza da offrire a tutti». Mi viene da pensare – questo dato anche commuove! – che non siamo assolutamente inutili come cristiani e che non possiamo metterci da parte o in panchina, perché ancora oggi possiamo fare della fede in Dio che ci anima una ragione di speranza da condividere con tutti e promuovere così fraternità e pace in noi e in chi incontriamo. Le nostre comunità – seppure piccole e nella necessità di ricalibrare le proprie energie e risorse – a partire dal Vangelo, hanno molto da esprimere, donare e condividere; hanno tanta novità da indicare e manifestare. Con questo sguardo apprestiamoci a iniziare l’anno pastorale che ci sta innanzi.

2. Questo periodo estivo segna anche il passaggio nel “cammino sinodale” delle Chiese in Italia dalla prima fase dell’ascolto, chiamata “narrativa” e che ci ha impegnati per ben due anni, alla fase del discernimento – chiamata “sapienziale”. Nell’anno 2021-2022 abbiamo realizzato i “gruppi sinodali” sperimentando la cosiddetta “conversazione spirituale” e nell’anno ancora in corso (2022-2023) abbiamo cercato di realizzare i “cantieri di Betania”. A seguito di questo la nostra équipe sinodale ha potuto consegnare al Comitato nazionale per il cammino sinodale la “sintesi diocesana” che qui alleghiamo. È uno strumento utile da conoscere e da far diventare stimolo per continuare su questa scia di “mettere in pratica” le proposte sinodali. Il metodo e lo stile del “cantiere di Betania” è bene che si sviluppi ulteriormente nel nostro vissuto pastorale allo scopo di ravvivare le nostre comunità. La sintesi diocesana testimonia inoltre i nostri “desiderata” che sono emersi in questa fase del cammino sinodale e che dovremmo praticare maggiormente. In essa sono segnalate “tre esperienze da far crescere”: 1. la vocazione all’ascolto, 2. l’ascolto del mondo dei giovani, 3. il rinnovo degli organismi di partecipazione e di comunione. Un pensiero, in particolare, abbiamo condiviso con le altre diocesi quale nostra testimonianza: «Abbiamo imparato che l’inaspettato può succedere e può portare a una collaborazione fraterna, che va oltre il campanilismo identitario tipico delle piccole realtà di montagna». Tre verbi dicono dinamiche e passaggi assai significativi: «ascoltare, accogliere, coinvolgere». Soprattutto attraverso la “conversazione spirituale” ci siamo consolidati nell’esercizio dell’ascolto, così da scoprire e toccare con mano che «le scelte pastorali non sono mai definitive». Questo ci permette di guardare al futuro e di metterci in cammino insieme.

3. Tutte le nostre comunità parrocchiali sono impegnate nel rinnovo dei Consigli pastorali: alcune lo hanno fatto prima del periodo estivo, altre lo porteranno a compimento nei mesi di settembre e ottobre prossimi. Tale rinnovo è un atto comunitario, aperto a tutti. È importante cogliere la valenza partecipativa che lo caratterizza e la finalità che lo qualifica: sviluppare una corresponsabilità concreta nella comunità. Per i parroci e tutti coloro che hanno predisposto il rinnovo vi è l’impegno a incoraggiare e accompagnare le persone della comunità affinché le operazioni di candidatura e di scelta dei membri dei nuovi Consigli pastorali siano fatte con consapevolezza, in onestà e secondo lo stile evangelico. È da raccomandare di evitare la scelta di persone che già svolgono compiti e servizi rilevanti in parrocchia. Proporre persone nuove aiuta la comunità a rinnovarsi. Una nota importante riguarda il fatto che con questo rinnovo si avranno Consigli pastorali che svolgeranno innanzitutto una funzione di collante tra le comunità parrocchiali che sono in collaborazione pastorale. Pertanto è opportuno preparare bene i primi incontri del nuovo CP, non sovraccaricandolo di tante questioni parziali e secondarie riguardanti le singole parrocchie. Il compito più delicato e più specifico del nuovo CP riguarda il cammino condiviso tra le comunità in collaborazione. Prossimamente sarà offerto del materiale a riguardo dalla segreteria pastorale, unitamente al calendario diocesano.

4. Un gruppo di lavoro nato in seno all’Ufficio per l’annuncio e la catechesi – integrato con l’apporto di alcuni direttori di uffici diocesani e di alcuni parroci e laici – sta approfondendo il “cammino di fede” che la diocesi propone e offre alle famiglie per i bambini, i ragazzi e gli adolescenti. Negli ultimi anni – anche a motivo delle fatiche insorte in contesto di pandemia – l’Ufficio diocesano per l’annuncio e la catechesi ha offerto delle indicazioni per un rilancio e un rinnovo dell’impegno catechistico sviluppato nelle parrocchie. Si sente ora la necessità di verificare e anche reimpostare questa proposta di formazione alla vita cristiana. Molto sentita è anche la questione relativa alla celebrazione dei sacramenti con cui si porta a compimento l’Iniziazione cristiana dei ragazzi. Occorre anche comprendere con quali modalità e forme rapportarsi alle famiglie ed entrare in alleanza con loro. Si tratta, poi, di valorizzare il contesto comunitario e di pensare meglio la formazione dei catechisti/e e delle altre figure di animazione pastorale. Ci si propone di portare a livello diocesano, precisamente negli organismi, tutta una serie di elementi da vagliare e assumere. Tutto questo ci impegnerà in una sorta di “cantiere di Betania” lungo il corso del nuovo anno pastorale.

5. Siamo ora alla vigilia della partenza del gruppo di 74 giovani che saranno a Lisbona, insieme a 65.000 coetanei italiani e molti altri provenienti da ogni parte del mondo, per vivere la Giornata Mondiale dei Giovani assieme a Papa Francesco. Il convenire di così tanti giovani ci interpella tutti. Sembra che la loro voglia di incontrarsi, la loro ricerca di nuove espressioni di interiorità e spiritualità, la loro sete di amicizia e di fraternità universale sollecitino tutti noi e le nostre comunità a uno sguardo aperto per scrutare e scoprire i semi di futuro che ogni stagione della storia riceve, custodisce e offre. Il Papa ha scelto “l’alzarsi e l’andare in fretta” di Maria per incontrare e sostenere Elisabetta come la “parabola dei giorni di Lisbona” e del tempo che verrà. Papa Francesco sembra dire a tutti noi di fidarci di queste nuove generazioni con i loro desideri, le loro emozioni, le loro attese, i loro sogni. Mi permetto di chiedere a tutta la diocesi di unirsi in preghiera, ma anche nella gioia della condivisione – seppure “a distanza” – con i giovani che si incontrano a Lisbona. Sarà, poi, interessante e bello per la nostra Chiesa di Belluno-Feltre raccogliere da loro la chiamata e la sollecitudine che il Signore rivolge a tutti in questo tempo difficile e tanto assetato di pace e di misericordia.

6. Siamo grati al Signore per il segno di una particolare sua chiamata e, dunque, di consacrazione che in questi giorni si è concretizzato nella prima professione religiosa di Melissa Schincariol, originaria della parrocchia di Santa Giustina. Ho potuto presiedere l’Eucaristia con il rito della sua professione domenica 30 luglio nella chiesa parrocchiale di Castelletto di Brenzone sul Garda (VR), dove ha sede la casa madre delle Piccole suore della Sacra Famiglia, legate alla nostra diocesi per la loro trascorsa presenza al Centro Papa Luciani, oltre che coinvolte nella tragedia del Vajont, essendo allora presenti nella Scuola d’Infanzia di Longarone. Ecco le parole di gratitudine scritte da sr Melissa alla fine del libretto della celebrazione: «Con il cuore pieno di gioia, ringrazio il Signore per avermi chiamata tra le Piccole Suore della Sacra Famiglia. Affido ciascuno di voi alle Sue mani di Padre misericordioso. Il Signore vi benedica e accompagni ogni passo del vostro cammino e la Santa Famiglia interceda per voi ogni bene. Grazie».

Unisco qui un pensiero di benvenuto a tutte le persone che transitano e sostano in questi mesi estivi nel nostro territorio.

Dedichiamo una particolare benedizione e preghiera a quanti attraversano momenti di sofferenza e di difficoltà, tra questi anche alcuni nostri confratelli preti.

Nel segno della pace, un cordiale augurio a tutti

Belluno, 1 agosto 2023

+ Renato Marangoni