«Una gioia soffusa»: sono le parole con cui il vescovo Renato ha dato il “La” alla celebrazione di venerdì 26 agosto sulla piazza di Canale d’Agordo, nel 44° anniversario dell’elezione di papa Giovanni Paolo I. Non c’era la folla degli anni passati, perché la festa quest’anno è rimandata di due settimane, dopo la beatificazione dell’indimenticato “don Albino”. Inoltre – ha sottolineato il Vescovo – la comunità parrocchiale è stata recentemente attraversata da un inatteso dolore, ossia la morte di don Andrea Tison, che per diciotto anni ne fu parroco (1982-2000); si aggiunge la trepidazione per la salute di don Vito De Vido, l’attuale parroco, e di don Mariano Baldovin, suo predecessore dal 2008 al 2019: hanno entrambi subito in questi mesi un incidente, che li terrà “fuori gioco” ancora per qualche periodo.
Nell’omelia il Vescovo ha preso spunto dal brano evangelico del giorno: «A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro”». Ha sottolineato: «L’affacciarsi di Dio è una novità assoluta che sopravanza e rovescia il buio della notte. È un soprassalto di vita, un’irruzione di gioia. Di fronte a questo non si può rimanere assopiti, coricati nelle nostre stanchezze. Non c’è sonno che tenga». Diventa attualità in questi giorni per la diocesi di Belluno-Feltre e per la comunità parrocchiale di Canale d’Agordo:
«Il dono della beatificazione di Albino Luciani – con tutta la fatica dell’attesa che ha comportato – è un’esplosione di grazia… Siamo incoraggiati dalla parabola di Gesù a raccogliere l’olio dello stupore, l’olio della gratitudine, l’olio del lasciarci toccare, destare, raggiungere, abbracciare e – più ancora – incoraggiare e guarire. Nella beatificazione di Giovanni Paolo I è il Signore della vita, il Dio dell’amore intramontabile a venirci incontro, nel buio di tutte le nostre notti e nello scollamento che spesso – nelle nostre situazioni di vita – abbiamo provato e di cui soffriamo».
Ancora ha aggiunto il Vescovo: «Non vi nascondo la trepidazione che provo in me e che vorrei riscontrare in noi tutti per questo impagabile e sorprendente venirci incontro di un Dio amante, Sposo di questa nostra ferita umanità, padre e madre, amico e fratello di ogni carne». La beatificazione di Albino Luciani ci racconta «l’ineffabile tenerezza d’amore di Dio che Gesù nella “stoltezza sapiente” della Croce ci ha raccontato e manifestato. Sì, anche alla nostra terra, alle nostre famiglie, alle nostre comunità».
E nel concludere, il Vescovo ha ricordato l’ultima udienza di Papa Luciani, quando ricordava che l’«andare verso Dio con il cuore» è un «viaggio bellissimo», e anche piuttosto «misterioso, perché io non parto per questo viaggio, amando il Signore, se prima il Signore stesso non prende l’iniziativa». Anche nella prossima beatificazione vediamo l’iniziativa di Dio: «Andategli incontro!».
Una particolare nota di quest’anno è stata la presenza del Coro Arcobaleno di Limana, che ha rallegrato la celebrazione. Suggestivo e atteso il canto finale, che il Coro ha dedicato proprio alla memoria di Papa Luciani: «Ascolta le montagne: ci narrano la storia di un Papa che viveva in semplicità, parlava di perdono, di fede, di umiltà, e di salvezza per l’umanità […] Restiamo sempre piccoli davanti a Dio, come bimbi nelle mani della mamma, amati come siamo e nulla più. Davvero piccoli, oggetti di un amore intramontabile, anche quando sembra che sia solo notte con amore veglia su di noi». [DF]
© Foto Carlo Lorenzi – Canale d’Agordo